Page 463 - Giorgio Vasari
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altre tante commodità che non è possibile veder meglio; e così mise
               in  piano  la  pianta  dell'edifizio.  Onde  potette  a  un  pari  fare  poi  le
               logge, il reffettorio, l'infermeria, il noviziato, il dormentorio, la libreria
               e  l'altre  stanze  principali  d'un  monasterio.  Il  che  tutto  fece  a  sue
               spese il Magnifico Cosimo de' Medici, sì per la pietà che sempre in

               tutte le cose ebbe verso la religione cristiana, e sì per l'affezzione che
               portava  a  don  Timoteo  da  Verona,  eccellentissimo  predicator  di
               quell'ordine, la cui conversazione per meglio poter godere, fece anco

               molte stanze per sé proprio in quel monasterio, e vi abitava a suo
               commodo.  Spese  Cosimo  in  questo  edifizio,  come  si  vede  in  una
               inscrizzione, centomila scudi.

               Disegnò similmente il modello della fortezza di Vico Pisano: et a Pisa
               disegnò la cittadella vecchia. E per lui fu fortificato il ponte a mare, et
               egli similmente diede il disegno alla cittadella nuova del chiudere il

               ponte con le due torri. Fece similmente il modello della fortezza del
               porto di Pesero. E ritornato a Milano, disegnò molte cose per il Duca e
               per il Duomo di detta città a' maestri di quello. Era in questo tempo
               principiata la chiesa di S. Lorenzo di Fiorenza per ordine de' popolani,

               i  quali  avevano  il  priore  fatto  capo  maestro  di  quella  fabbrica,
               persona  che  faceva  professione  d'intendersi  e  si  andava  dilettando
               dell'architettura  per  passatempo.  E  già  avevano  cominciata  la
               fabbrica di pilastri di mattoni, quando Giovanni di Bicci de' Medici, il

               quale aveva promesso a' popolani et al priore di far fare a sue spese
               la sagrestia et una cappella, diede desinare una mattina a Filippo, e
               doppo  molti  ragionamenti,  li  dimandò  del  principio  di  S.  Lorenzo  e
               quel che gli pareva. Fu costretto Filippo da' prieghi di Giovanni a dire

               il parer suo; e per dirli il vero lo biasimò in molte cose, come ordinato
               da persona che aveva forse più lettere che sperienza di fabbriche di
               quella sorte. Laonde Giovanni dimandò a Filippo se si poteva far cosa
               migliore, e di più bellezza; a cui Filippo disse: "Senza dubbio, e mi

               maraviglio  di  voi,  che  essendo  capo  non  diate  bando  a  parecchi
               migliaia di scudi, e facciate un corpo di chiesa con le parti convenienti
               et  al  luogo  et  a  tanti  nobili  sepoltuarii,  che  vedendovi  cominciare,
               seguiteranno  le  lor  cappelle,  con  tutto  quel  che  potranno;  e

               massimamente che altro ricordo di noi non resta, salvo le muraglie
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