Page 460 - Giorgio Vasari
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fornaci  dove  si  spianavano  i  mattoni,  e  voleva  vedere  la  terra,  et

               impastarla,  e  cotti  che  erano,  gli  voleva  scerre  di  sua  mano  con
               somma diligenza. E nelle pietre a gli scarpellini guardava se vi era
               peli  dentro,  se  eran  dure,  e  dava  loro  i  modelli  delle  ugnature  e
               commettiture di legname e di cera, così fatti di rape; e similmente

               faceva de' ferramenti ai fabbri. E trovò il modo de' gangheri col capo
               e degli arpioni, e facilitò molto l'architettura, la quale certamente per
               lui si ridusse a quella perfezzione che forse ella non fu mai appresso i

               Toscani.
               Era  l'anno  1423  Firenze  in  quella  felicità  et  allegrezza  che  poteva

               essere, quando Filippo fu tratto per il quartiere di San Giovanni, per
               maggio e giugno, de' Signori, essendo tratto per il quartiere di Santa
               Croce gonfaloniere di giustizia Lapo Niccolini. E se si truova registrato
               nel  priorista  Filippo  di  Ser  Brunellesco  Lippi,  niuno  se  ne  dee

               maravigliare, perché fu così chiamato da Lippo suo avolo, e non de'
               Lapi come si doveva, la qual cosa si vede nel detto priorista che fu
               usata in infiniti altri, come ben sa chi l'ha veduto o sa l'uso di que'
               tempi. Esercitò Filippo quell'uffizio e così altri magistrati ch'ebbe nella

               nostra città, ne' quali con un giudizio gravissimo sempre si governò.
               Restava  a  Filippo,  vedendo  già  cominciare  a  chiudere  le  due  volte
               verso  l'occhio  dove  aveva  a  cominciare  la  lanterna  (se  bene  egli
               aveva  fatto  a  Roma  et  in  Fiorenza  più  modelli  di  terra  e  di  legno,

               dell'uno  e  dell'altro,  che  non  s'erono  veduti)  a  risolversi  finalmente
               quale e' volesse mettere in opera. Per il che, deliberatosi a terminare
               il ballatoio, ne fece diversi disegni, che nell'opera rimasono dopo la
               morte  sua;  i  quali  dalla  trascuratagine  di  que'  ministri  sono  oggi

               smarriti. Et a' tempi nostri, perché si finisse, si fece un pezzo dell'una
               dell'otto  facce:  ma  perché  disuniva  da  quell'ordine,  per  consiglio  di
               Michelagnolo  Bonarroti,  fu  dismesso  e  non  seguitato.  Fece  anco  di
               sua mano Filippo un modello della lanterna, a otto facce, misurato

               alla proporzione della cupola, che nel vero, per invenzione e varietà
               et ornato, riuscì molto bello; vi fece la scala da salire alla palla, che
               era cosa divina, ma perché aveva turato Filippo, con un poco di legno
               commesso,  di  sotto  dove  s'entra,  nessuno,  se  non  egli,  sapeva  la

               salita. Et ancora che e' fusse lodato et avesse già abbattuto l'invidia e
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