Page 459 - Giorgio Vasari
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a se stessi.
               Erano  già  fermi  i  romori  e  venuto  tuttavia  considerando,  nel  veder

               volger  tanto  agevolmente  quella  fabbrica,  l'ingegno  di  Filippo,  e  si
               teneva già, per quelli che non avevano passione, lui aver mostrato
               quell'animo che forse nessuno architetto antico o moderno nell'opere
               loro  aveva  mostro;  e  questo  nacque  perché  egli  cavò  fuori  il  suo

               modello;  nel  quale  furono  vedute  per  ognuno  le  grandissime
               considerazioni che egli aveva imaginatosi, nelle scale, nei lumi dentro
               e fuori, che non si potesse percuotere nei bui per le paure e quanti
               diversi appoggiatoi di ferri, che per salire dove era la ertezza erano

               posti, con considerazione ordinati, oltra che egli aveva perfin pensato
               ai  ferri,  per  fare  i  ponti  di  dentro,  se  mai  si  avesse  a  lavorarvi  o
               musaico  o  pitture;  e  similmente  per  aver  messo  ne'  luoghi  men
               pericolosi  le  distinzioni  degli  smaltitoi  dell'acque,  dove  elleno

               andavano coperte e dove scoperte, e, seguitando con ordine, buche e
               diversi apertoi, acciò che i venti si rompessino, et i vapori, insieme
               con i tremuoti, non potessino far nocumento, mostrò quanto lo studio
               nel  suo  stare  a  Roma  tanti  anni  gli  avesse  giovato.  Appresso,

               considerando quello che egli aveva fatto nelle augnature, incastrature
               e  commettiture  e  legazioni  di  pietre,  faceva  tremare  e  temere  a
               pensare  che  un  solo  ingegno  fusse  capace  di  tanto,  quanto  era
               diventato quel di Filippo. Il quale di continovo crebbe talmente, che

               nessuna  cosa  fu,  quantunque  difficile  et  aspra,  la  quale  egli  non
               rendesse  facile  e  piana;  e  lo  mostrò  nel  tirare  i  pesi,  per  via  di
               contrapesi  e  ruote  che  un  sol  bue  tirava  quanto  arebbono  appena
               tirato sei paia.

               Era  già  cresciuta  la  fabbrica  tanto  alto,  che  era  uno  sconcio
               grandissimo, salito che uno vi era, inanzi si venisse in terra; e molto

               tempo perdevano i maestri nello andare a desinare e bere, e gran
               disagio per il caldo del giorno pativano. Fu adunque trovato da Filippo
               ordine  che  si  aprissero  osterie  nella  cupola  con  le  cucine,  e  vi  si
               vendesse il vino, e così nessuno si partiva del lavoro se non la sera. Il

               che  fu  a  loro  commodità,  et  all'opera  utilità  grandissima.  Era  sì
               cresciuto l'animo a Filippo, vedendo l'opera camminar forte, e riuscire
               con felicità, che di continuo si affaticava; et egli stesso andava alle
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