Page 457 - Giorgio Vasari
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simili altri strumenti; e l'altra è la catena, che si ha a mettere sopra
le dodici braccia, che venga legando le otto facce della cupola et
incatenando la fabrica, che tutto il peso che di sopra si pone, stringa
e serri, di maniera che non sforzi o allarghi il peso, anzi egualmente
tutto lo edifizio resti sopra di sé. Pigli Lorenzo, adunque, una di
queste parte, quale egli più facilmente creda esequire, che io l'altra
senza dificultà mi proverò di condurre, acciò non si perda più tempo".
Ciò udito fu forzato Lorenzo non ricusare per l'onore suo uno di questi
lavori, et ancora che mal volentieri lo facesse, si risolvé a pigliar la
catena, come cosa più facile, fidandosi ne' consigli de' muratori et in
ricordarsi che nella volta di S. Giovanni di Fiorenza era una catena di
pietra, dalla quale poteva trarre parte, se non tutto l'ordine. E così
l'uno messo mano a' ponti, l'altro alla catena, l'uno e l'altro finì. Erano
i ponti di Filippo fatti con tanto ingegno et industria, che fu tenuto
veramente in questo il contrario di quello che per lo adietro molti si
erano immaginati, perché così sicuramente vi lavoravano i maestri e
tiravono pesi e vi stavano sicuri, come se nella piana terra fussino; e
ne rimase i modelli di detti ponti nell'opera. Fece Lorenzo, in una
dell'otto facce, la catena con grandissima difficultà; e finita fu dagli
Operai fatta vedere a Filippo, il quale non disse loro niente, ma con
certi amici suoi ne ragionò, dicendo che bisognava altra legatura che
quella, e metterla per altro verso che non avevano fatto, e che al
peso che vi andava sopra non era sufficiente, perché non stringeva
tanto che fusse a bastanza, e che la provisione che si dava a Lorenzo
era, insieme con la catena che egli aveva fatta murare, gittata via. Fu
inteso l'umore di Filippo e li fu commesso che e' mostrassi come si
arebbe a fare che tal catena adoperasse. Onde, avendo egli già fatto
disegni e modelli, subito gli mostrò, e veduti dagli Operai e dagli altri
maestri, fu conosciuto in che errore erano cascati per favorire
Lorenzo; e volendo mortificare questo errore, e mostrare che
conoscevano il buono, feciono Filippo governatore e capo a vita di
tutta la fabbrica, e che non si facesse di cosa alcuna in quella opera
se non il voler suo; e per mostrare di riconoscerlo li donorono cento
fiorini, stanziati per i Consoli et Operai sotto dì 13 d'agosto 1423 per
mano di Lorenzo Pauli notaio dell'Opera, a uscita di Gherardo di
Messer Filippo Corsini, e li feciono provisione per partito, di fiorini