Page 454 - Giorgio Vasari
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seguitato l'opera con poca voglia di lui, conoscendo avere a durare le
fatiche che ci faceva, e poi avere a dividere l'onore e la fama a mezzo
con Lorenzo. Pure messosi in animo che troverrebbe modo che non
durerebbe troppo in questa opera, andava seguitando insieme con
Lorenzo nel medesimo modo che stava lo scritto dato agli operai.
Destossi in questo mentre nello animo di Filippo un pensiero di volere
fare un modello, che ancora non se ne era fatto nessuno; e così
messo mano, lo fece lavorare a un Bartolomeo legnaiuolo, che stava
dallo Studio. Et in quello, come il proprio, misurato appunto in quella
grandezza, fece tutte le cose difficili, come scale alluminate e scure e
tutte le sorti de' lumi, porte e catene e speroni; e vi fece un pezzo
d'ordine del ballatoio. Il che avendo inteso, Lorenzo cercò di vederlo,
ma perché Filippo gliene negò, venutone in collora, diede ordine di
fare un modello egli ancora, accio che e' paresse che il salario che
tirava non fusse vano e che ci fusse per qual cosa. De' quali modelli,
quel di Filippo fu pagato lire cinquanta e soldi quindici; come si trova
in uno stanziamento al libro di Migliore di Tommaso a dì tre d'ottobre
nel 1419; et a uscita di Lorenzo Ghiberti lire trecento, per fatica e
spesa fatta nel suo modello: causato ciò dalla amicizia e favore che
egli aveva, più che da utilità o bisogno che ne avesse la fabbrica.
Durò questo tormento in su gli occhi di Filippo per fino al 1426,
chiamando coloro Lorenzo parimente che Filippo, inventori; lo qual
disturbo era tanto potente nello animo di Filippo, che egli viveva con
grandissima passione. Fatto adunque varie e nuove immaginazioni,
deliberò al tutto de levarselo da torno, conoscendo quanto e' valesse
poco in quell'opera. Aveva Filippo fatto voltare già intorno la cupola
fra l'una volta e l'altra dodici braccia e quivi avevano a mettersi su le
catene di pietra e di legno: il che per essere cosa difficile, ne volle
parlare con Lorenzo per tentare se egli avesse considerato questa
difficultà. E trovollo tanto digiuno circa lo avere pensato a tal cosa,
che e' rispose che la rimetteva in lui come inventore. Piacque a
Filippo la risposta di Lorenzo, parendoli che questa fusse la via di
farlo allontanare dall'opera e da scoprire che non era di quella
intelligenza che lo tenevano gli amici suoi et il favore che lo aveva
messo in quel luogo. Dopo, essendo già fermi tutti i muratori