Page 352 - Giorgio Vasari
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di marmo, per memoria del cardinale de' Corsini che ivi è sopra la
               cassa ritratto di naturale; e sopra quello un altro simile, per memoria
               di  maestro  Luigi  Marsili  famosissimo  teologo,  il  quale  andò
               ambasciadore con Messer Luigi Guicciardini e Messer Guccio di Gino,
               onoratissimi  cavalieri,  al  duca  d'Angiò.  Fu  poi  Lorenzo  condotto  in

               Arezzo  da  don  Laurentino  abbate  di  San  Bernardo,  monasterio
               dell'Ordine  di  Monte  Oliveto,  dove  dipinse,  per  Messer  Carlo
               Marsupini,  a  fresco,  istorie  della  vita  di  San  Bernardo  nella  capella

               maggiore; ma volendo poi dipignere nel chiostro del convento la vita
               di San Benedetto, poi dico che egli avesse per Francesco Vecchio de'
               Bacci dipinta la maggior capella della chiesa di San Francesco, dove
               fece solo la volta e mezzo l'arco, s'amalò di mal di petto; per che,
               facendosi portare a Firenze, lasciò che Marco da Monte Pulciano suo

               discepolo,  col  disegno  che  aveva  egli  fatto  e  lasciato  a  don
               Laurentino,  facesse  nel  detto  chiostro  le  storie  della  vita  di  San
               Benedetto;  il  che  fece  Marco,  come  seppe  il  meglio,  e  diede  finita

               l'anno 1448 a' dì 24 d'aprile tutta l'opera di chiaro scuro, come si vede
               esservi scritto di sua mano, con versi e parole che non sono men goffi
               che siano le pitture. Tornato Lorenzo alla patria, risanato che fu, nella
               medesima facciata del convento di S. Croce, dove aveva fatto il S.
               Cristofano, dipinse l'assunzione di Nostra Donna in cielo, circundata

               da un coro d'Angeli, et a basso un S. Tommaso che riceve la cintola;
               nel far la quale opera, per esser Lorenzo malaticcio, si fece aiutare a
               Donatello allora giovanetto; onde con sì fatto aiuto fu finita di sorte

               l'anno 1450, che io credo ch'ella sia la miglior opera, e per disegno e
               per  colorito,  che  mai  facesse  Lorenzo;  il  quale  non  molto  dopo,
               essendo vecchio et affaticato, si morì d'età di sessanta anni in circa,
               lasciando  due  figliuoli  che  attesero  alla  pittura,  l'uno  de'  quali,  che
               ebbe nome Bicci, gli diede aiuto in fare molti lavori e l'altro, che fu

               chiamato Neri, ritrasse suo padre e se stesso nella capella de' Lenzi
               in  Ogni  Santi,  in  due  tondi  con  lettere  intorno  che  dicono  il  nome
               dell'uno e dell'altro. Nella quale capella de' Lenzi facendo il medesimo

               alcune storie della Nostra Donna, si ingegnò di contrafare molti abiti
               di que' tempi, così di maschi come di femine, e nella capella fece la
               tavola  a  tempera.  Parimente,  nella  Badia  di  S.  Felice,  in  piazza  di
               Firenze, dell'Ordine di Camaldoli, fece alcune tavole, et una all'altare
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