Page 349 - Giorgio Vasari
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nella  medesima  chiesa,  sopra  la  capella  di  S.  Giovanni  Evangelista
               della famiglia de' Landi, dipinse a fresco un Agnolo Raffaello e Tobia;
               e poi, l'anno 1418, per Ricciardo di Messer Niccolò Spinelli, fece nella
               facciata del convento di S. Croce in sulla piazza in una storia grande a
               fresco, un S. Tommaso che cerca la piaga a Gesù Cristo, et appresso

               et intorno a lui tutti gli altri Apostoli, che reverenti et ingenocchioni
               stanno  a  veder  cotal  caso.  Et  appresso  alla  detta  storia  fece
               similmente a fresco un S. Cristofano alto braccia dodici e mezzo che è

               cosa rara; perché insino allora, eccetto il S. Cristofano di Buffalmacco,
               non era stata veduta la maggior figura, né per cosa grande, se bene
               non  è  di  buona  maniera,  la  più  ragionevole  e  più  proporzionata
               immagine di quella in tutte le sue parti; senzaché l'una e l'altra di
               queste pitture furono lavorate con tanta pratica che, ancora che siano

               state all'aria molti anni e percosse dalle pioggie e dalla tempesta per
               esser  volte  a  tramontana,  non  hanno  mai  perduta  la  vivezza  de'
               colori, né sono rimase in alcuna parte offese. Fece ancora dentro la

               porta che è in mezzo a queste figure, chiamata la porta del Martello,
               il medesimo Lorenzo, a richiesta del detto Ricciardo e del guardiano
               del convento, un Crucifisso con molte figure; e nelle facciate intorno
               la confermazione della Regola di S. Francesco fatta da Papa Onorio,
               et  appresso  il  martirio  d'alcuni  frati  di  quell'Ordine  che  andarono  a

               predicare la fede fra i Saracini; negl'archi e nelle volte fece alcuni re
               di Francia, frati e divoti di S. Francesco e gli ritrasse di naturale, e
               così  molti  uomini  dotti  di  quell'Ordine  e  segnalati  per  dignità,  cioè

               vescovi, cardinali e papi: infra i quali sono ritratti di naturale in due
               tondi delle volte papa Nicola Quarto et Alessandro Quinto; alle quali
               tutte  figure,  ancor  che  facesse  Lorenzo  gl'abiti  bigi,  gli  variò
               nondimeno,  per  la  buona  pratica  che  egli  aveva  nel  lavorare,  di
               maniera che tutti sono fra loro differenti; alcuni pendono in rossigno,

               altri in azzurriccio, altri sono scuri et altri più chiari, et insomma sono
               tutti varii e degni di considerazione; e, quello che è più, si dice che
               fece questa opera con tanta facilità e prestezza, che facendolo una

               volta  chiamare  il  guardiano  che  gli  faceva  le  spese  a  desinare,
               quando a punto aveva fatto l'intonaco per una figura e cominciatala,
               egli rispose: "Fate le scodelle, che io faccio questa figura e vengo".
               Onde  a  gran  ragione  si  dice  che  Lorenzo  ebbe  tanta  velocità  nelle
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