Page 350 - Giorgio Vasari
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mani, tanta pratica ne' colori, e fu tanto risoluto, che più non fu niun
altro già mai. È di mano di costui il tabernacolo in fresco ch'è in sul
canto delle monache di Foligno e la Madonna et alcuni Santi che sono
sopra la porta della chiesa di quel monasterio, fra i quali è un S.
Francesco che sposa la povertà. Dipinse anco nella chiesa di
Camaldoli di Firenze, per la Compagnia de' Martiri, alcune storie del
martirio d'alcuni Santi, e nella chiesa due capelle che mettono in
mezzo la capella maggiore. E perché queste pitture piacquero assai a
tutta la città universalmente, gli fu, dopo che l'ebbe finite, data a
dipignere nel Carmine, dalla famiglia de' Salvestrini - la quale è oggi
quasi spenta, non essendone, ch'io sappia, altri che un frate degli
Angeli di Firenze, chiamato fra' Nemesio, buono e costumato religioso
-, una facciata della chiesa del Carmine; dove egli fece i martiri
quando, essendo condennati alla morte, sono spogliati nudi e fatti
caminare scalzi sopra triboli, seminati dai ministri de' tiranni mentre
andavano a esser posti in croce, sì come più in alto si veggiono esser
posti in varie e stravaganti attitudini; in questa opera, la quale fu la
maggiore che fusse stata fatta insino allora, si vede fatto, secondo il
parere di que' tempi, ogni cosa con molta pratica e disegno, essendo
tutta piena di questi affetti che fa diversamente far la natura a coloro
che con violenza sono fatti morire; onde io non mi maraviglio se molti
valenti uomini si sono saputi servir d'alcune cose che in questa pittura
si veggiono.
Fece dopo queste nella medesima chiesa molte altre figure, e
particolarmente nel tramezzo due capelle; e ne' medesimi tempi il
tabernacolo del canto alla Cuculia, e quello che è nella via de' Martelli
nella faccia delle case; e sopra la porta del Martello di Santo Spirito,
in fresco, un S. Agostino che porge a' suoi frati la Regola. In S. Trinita
dipinse a fresco la vita di S. Giovanni Gualberto nella cappella di Neri
Compagni; e nella cappella maggiore di S. Lucia, nella via de' Bardi,
alcune storie in fresco della vita di quella santa per Niccolò da
Uzzano, che vi fu da lui ritratto di naturale insieme con alcuni altri
cittadini; il quale Niccolò col parere e modello di Lorenzo, murò vicino
a detta chiesa il suo palazzo et il magnifico principio per una sapienza
o vero studio, fra il convento de' Servi e quello di San Marco, cioè