Page 343 - Giorgio Vasari
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scrittore di lettere grosse che fusse prima o sia stato poi non solo in
Toscana ma in tutta Europa, come chiaramente ne dimostrano, non
solo i venti pezzi grandissimi di libri da coro che egli lasciò nel suo
monasterio, che sono i più belli quanto allo scritto e maggiori che
siano forse in Italia, ma infiniti altri ancora che in Roma et in Vinezia
et in molti altri luoghi si ritruovano; e massimamente in S. Michele et
in S. Matia di Murano, monasterio della sua Relligione camaldolese.
Per le quali opere meritò questo buon padre, molti e molti anni poi
che fu passato a miglior vita, non pure che don Paulo Orlandini,
monaco dottissimo nel medesimo monasterio, lo celebrasse con molti
versi latini ma che ancora fusse, come è, la sua man destra, con che
scrisse i detti libri, in un tabernacolo serbata con molta venerazione,
insieme con quella d'un altro monaco, chiamato don Silvestro, il quale
non meno eccellentemente, per quanto portò la condizione di que'
tempi, miniò i detti libri, che gl'avesse scritti don Iacopo; et io che
molte volte gli ho veduti, resto maravigliato che fussero condotti con
tanto disegno e con tanta diligenza in que' tempi che tutte l'arti del
disegno erano poco meno che perdute, perciò che furono l'opere di
questi monaci intorno agl'anni di nostra salute 1350, e poco e prima e
poi, come in ciascuno di detti libri si vede. Dicesi et ancora alcuni
vecchi se ne ricordano, che quando Papa Leone X venne a Firenze,
egli volle vedere e molto ben considerare i detti libri, ricordandosi
avergli udito molto lodare al Magnifico Lorenzo de' Medici suo padre,
e che poi che gli ebbe con attenzione guardati et ammirati mentre
stavano tutti aperti sopra le prospere del coro, disse: "Se fussero
secondo la Chiesa Romana e non, come sono, secondo l'ordine
monastico et uso di Camaldoli, ne vorremmo alcuni pezzi, dando
giusta ricompensa ai monaci, per S. Piero di Roma", dove già n'erano,
e forse ne sono, due altri di mano de' medesimi monaci molto belli.
Sono nel medesimo monasterio degl'Angeli molti ricami antichi,
lavorati con molto bella maniera e con molto disegno dai padri antichi
di quel luogo, mentre stavano in perpetua clausura, col nome non di
monaci ma di romiti, senza uscir mai del monasterio, nella guisa che
fanno le suore e monache de' tempi nostri; la quale clausura durò
insino all'anno 1470.