Page 339 - Giorgio Vasari
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gl'animi  di  coloro  che  furono  dopo  lui,  la  qual  cosa  inanzi  non  era

               stata, non che messa in uso, pure acennata. Avendo poi molte cose
               lavorato in Bologna, et in Pistoia una tavola che fu ragionevole, se ne
               tornò a Fiorenza, dove in Santa Maria Maggiore dipinse nella cappella
               de' Beccundi l'anno 1383 le storie di San Giovanni Evangelista; allato

               alla  quale  capella,  che  è  accanto  alla  maggiore  a  man  sinistra,
               seguitano  nella  facciata  della  chiesa,  di  mano  del  medesimo,  sei
               storie del medesimo santo, molto ben composte et ingegnosamente

               ordinate,  dove  fra  l'altre  cose  e  molto  vivamente  espresse  un  San
               Giovanni  che  fa  mettere  da  San  Dionigi  Areopagita  la  veste  di  se
               stesso sopra alcuni morti che nel nome di Gesù Cristo rianno la vita,
               con molta maraviglia d'alcuni che presenti al fatto a pena il credono
               agl'occhi  loro  medesimi.  Così  anche  nelle  figure  de'  morti  si  vede

               grandissimo  artifizio  in  alcuni  scorti,  ne'  quali  apertamente  si
               dimostra che Lippo conobbe e tentò in parte alcune difficultà dell'arte
               della pittura. Lippo medesimamente fu quegli che dipinse i portelli nel

               tempio di San Giovanni, cioè del tabernacolo dove sono gl'Angeli et il
               San Giovanni di rilievo di mano d'Andrea, nei quali lavorò a tempera
               molto  diligentemente  istorie  di  San  Giovanni  Battista.  E  perché  si
               dilettò anco di lavorare di musaico, nel detto San Giovanni sopra la
               porta che va alla Misericordia, fra le finestre, fece un principio, che fu

               tenuto bellissimo e la migliore opera di musaico che in quel luogo fino
               allora  fusse  stata  fatta  e  racconciò  ancora  alcune  cose,  pure  di
               musaico,  che  in  quel  tempio  erano  guaste.  Dipinse  ancora  fuor  di

               Fiorenza, in San Giovanni fra l'Arcora, fuor della porta a Faenza, che
               fu rovinato per l'assedio di detta città, allato a una Passione di Cristo
               fatta  da  Buffalmacco,  molte  figure  a  fresco  che  furono  tenute
               bellissime  da  chiunche  le  vide.  Lavorò  similmente  a  fresco  in  certi
               spedaletti  della  porta  a  Faenza  et  in  Santo  Antonio  dentro  a  detta

               porta, vicino allo spedale, certi poveri in diverse bellissime maniere et
               attitudini, e dentro nel chiostro fece con bella e nuova invenzione una
               visione  nella  quale  figurò  quando  Santo  Antonio  vede  i  lacci  del

               mondo et appresso a quelli la volontà e gl'appetiti degl'uomini, che
               sono dall'una e dagl'altri tirati alle cose diverse di questo mondo, il
               che  tutto  fece  con  molta  considerazione  e  giudizio.  Lavorò  ancora
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