Page 336 - Giorgio Vasari
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Spagnuoli, che allora in Fiorenza per loro bisogne dimoravano, per
eccellente pittore e, che è più, che lo conducessero in Ispagna al re
loro, che lo vide e ricevette molto volentieri, essendo allora
massimamente carestia di buoni pittori in quella provincia. Né a
disporlo che si partisse della patria fu gran fatica, perciò che, avendo
in Fiorenza dopo il caso de' Ciompi e che Michele di Lando fu fatto
gonfaloniere avuto sconce parole con alcuni, stava più tosto con
pericolo della vita che altramente. Andato dunque in Ispagna e per
quel re lavorando molte cose, si fece, per i gran premi che delle sue
fatiche riportava, ricco et onorato par suo; per che, disideroso di farsi
vedere e conoscere agl'amici e parenti in quello miglior stato, tornato
alla patria, fu in essa molto carezzato e da tutti i cittadini
amorevolmente ricevuto. Né andò molto che gli fu dato a dipignere la
capella di S. Girolamo nel Carmine, dove, facendo molte storie di quel
Santo, figurò nella storia di Paula et Eustachio e di Girolamo, alcuni
abiti che usavano in quel tempo gli Spagnuoli, con invenzione molto
propria e con abondanza di modi e di pensieri nell'attitudini delle
figure. Fra l'altre cose, facendo in una storia quando S. Girolamo
impara le prime lettere, fece un maestro che, fatto levare a cavallo
un fanciullo addosso a un altro, lo percuote con la sferza di maniera
che il povero putto, per lo gran duolo menando le gambe, pare che
gridando tenti mordere un orecchio a colui che lo tiene; il che tutto
con grazia e molto leggiadramente espresse Gherardo, come colui
che andava ghiribizzando intorno alle cose della natura. Similmente
nel testamento di S. Girolamo vicino alla morte contrafece alcuni frati
con bella e molto pronta maniera; perciò che alcuni scrivendo et altri
fisamente ascoltando e rimirandolo, osservano tutti le parole del loro
maestro con grande affetto.
Quest'opera avendo acquistato allo Starnina appresso gl'artefici grado
e fama, et i costumi, con la dolcezza della pratica, grandissima
reputazione, era il nome di Gherardo famoso per tutta Toscana, anzi
per tutta Italia, quando, chiamato a Pisa a dipignere in quella città il
capitolo di S. Nicola, vi mandò in suo scambio Antonio Vite da Pistoia,
per non si partire di Firenze; il quale Antonio, avendo sotto la
disciplina dello Starnina imparata la maniera di lui, fece in quel