Page 337 - Giorgio Vasari
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capitolo la Passione di Gesù Cristo, e la diede finita, in quel modo che
ella oggi si vede, l'anno 1403, con molta sodisfazione de' Pisani.
Avendo poi, come s'è detto, finita la capella de' Pugliesi, et essendo
molto piaciute ai Fiorentini l'opere che vi fece di S. Girolamo, per
avere egli espresso vivamente molti affetti et attitudini non state
messe in opera fino allora dai pittori stati innanzi a lui, il Comune di
Firenze, l'anno che Gabriel Maria signor di Pisa vendé quella città ai
Fiorentini per prezzo di dugentomila scudi dopo l'avere sostenuto
Giovanni Gambacorta l'assedio tredici mesi et in ultimo accordatosi
anch'egli alla vendita, fece dipignere dallo Starnina, per memoria di
ciò, nella facciata del palazzo della Parte Guelfa, un San Dionigi
vescovo con due Angeli, e sotto a quello ritratta di naturale la città di
Pisa, nel che fare egli usò tanta diligenza in ogni cosa e
particolarmente nel colorirla a fresco, che nonostante l'aria e le
pioggie e l'essere volta a tramontana, ell'è sempre stata tenuta
pittura degna di molta lode, e si tiene al presente per essersi
mantenuta fresca e bella come s'ella fusse fatta pur ora.
Venuto dunque per questa o per l'altre opere sue Gherardo in
reputazione e fama grandissima nella patria e fuori, la morte,
invidiosa e nemica sempre delle virtuose azzioni, in sul più bello
dell'operare troncò la infinita speranza di molto maggior cose che il
mondo si aveva promesso di lui; perché in età d'anni XLVIIII
inaspettatamente giunto al suo fine, con essequie onoratissime fu
sepellito nella chiesa di S. Iacopo sopra Arno.
Furono discepoli di Gherardo Masolino da Panicale, che fu prima
eccellente orefice e poi pittore, et alcuni altri che per non esser stati
molto valenti uomini non accade ragionarne.
Il ritratto di Gherardo è nella storia sopradetta di S. Girolamo in una
delle figure che sono intorno al Santo quando muore, in proffilo con
un capuccio intorno alla testa et indosso un mantello affibbiato. Nel
nostro libro sono alcuni disegni di Gherardo fatti di penna in carta
pecora che non sono se non ragionevoli, etc.
FINE DELLA VITA DI GHERARDO STARNINA