Page 328 - Giorgio Vasari
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primi  della  Fraternità  di  naturale,  con  le  tasche  al  collo  e  con  un
               martello di legno in mano, simile a quelli che adoperano a picchiar
               gl'usci quando vanno a cercar limosine. Parimente nella Compagnia
               della Nunziata dipinse il tabernacolo grande che è fuori della chiesa,
               e parte d'un portico che l'è dirimpetto, e la tavola d'essa Compagnia,

               dove  è  similmente  una  Nunziata,  a  tempera;  la  tavola  ancora  che
               oggi è nella chiesa delle monache di S. Giusto, dove un piccolo Cristo
               che è in collo alla madre sposa S. Caterina, con sei storiette di figure

               piccole de' fatti di lei, è similmente opera di Spinello e molto lodata.
               Essendo  egli  poi  condotto  alla  famosa  Badia  di  Camaldoli  in
               Casentino, l'anno 1361 fece ai romiti di quel luogo la tavola dell'altar
               maggiore, che fu levata l'anno 1539 quando, essendo finita di rifare
               quella chiesa tutta di nuovo, Giorgio Vasari fece una nuova tavola e

               dipinse tutta a fresco la capella maggiore di quella Badia, il tramezzo
               della chiesa a fresco e due tavole. Di lì chiamato Spinello a Firenze da
               don  Iacopo  d'Arezzo,  abate  di  S.  Miniato  in  Monte,  dell'Ordine  di

               Monte  Oliveto,  dipinse  nella  volta  e  nelle  quattro  facciate  della
               sagrestia  di  quel  monasterio  oltre  la  tavola  dell'altare  a  tempera
               molte storie della vita di S. Benedetto, a fresco, con molta pratica e
               con  una  gran  vivacità  di  colori,  imparata  da  lui  mediante  un  lungo
               esercizio et un continuo lavorare con studio e diligenza, come invero

               bisogna a chi vuole acquistar un'arte perfettamente.

               Avendo dopo queste cose il detto abate, partendo da Firenze, avuto
               in  governo  il  monasterio  di  S.  Bernardo  del  medesimo  ordine  nella
               sua  patria,  a  punto  quando  si  era  quasi  del  tutto  finito  in  sul  sito
               (conceduto  dov'era  a  punto  il  colosseo)  dagl'Aretini  a  que'  monaci,

               fece  dipignere  a  Spinello  due  capelle  a  fresco,  che  sono  allato  alla
               maggiore, e due altre che mettono in mezzo la porta che va in coro
               nel  tramezzo  della  chiesa;  in  una  delle  quali,  che  è  allato  alla
               maggiore, è una Nunziata a fresco fatta con grandissima diligenza, et

               in  una  faccia  allato  a  quella  è  quando  la  Madonna  sale  i  gradi  del
               tempio, accompagnata da Giovacchino et Anna; nell'altra capella è un
               Crucifisso  con  la  Madonna  e  S.  Giovanni  che  lo  piangono  et  in
               ginocchioni  un  S.  Bernardo  che  l'adora.  Fece  ancora  nella  faccia  di

               dentro  di  quella  chiesa,  dove  è  l'altare  della  Nostra  Donna,  essa
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