Page 326 - Giorgio Vasari
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capella di S. Iacopo e S. Giovanni Apostoli, dove fra l'altre cose è
fatta con molta diligenza, quando la moglie di Zebedeo, madre di
Iacopo, domanda a Gesù Cristo che faccia sedere uno de' figliuoli suoi
alla destra del Padre nel regno de' cieli e l'altro alla sinistra: e poco
più oltre si vede Zebedeo, Iacopo e Giovanni abandonare le reti e
seguitar Cristo con prontezza e maniera mirabile. In un'altra capella
della medesima chiesa, che è a canto alla maggiore, fece Spinello pur
a fresco alcune storie della Madonna e gl'Apostoli quando inanzi al
trapassar di lei le appariscono innanzi miracolosamente, e così
quando ella muore e poi è portata in cielo dagl'Angeli. E perché,
essendo la storia grande, la picciolezza della capella non lunga più
che braccia dieci et alta cinque, non capiva il tutto, e massimamente
l'Assonzione d'essa Nostra Donna, con bel giudizio fece Spinello
voltarla nel lungo della storia da una parte, dove Cristo e gl'Angeli la
ricevono.
In una capella in S. Trinita fece una Nunziata in fresco molto bella, e
nella chiesa di S. Apostolo nella tavola dell'altar maggiore a tempera
fece lo Spirito Santo, quando è mandato sopra gl'Apostoli in lingue di
fuoco. In S. Lucia de' Bardi fece similmente una tavoletta, et in S.
Croce un'altra maggiore, nella capella di S. Giovanni Battista che fu
dipinta da Giotto.
Dopo queste cose, essendo dai sessanta cittadini che governavano
Arezzo, per lo gran nome che aveva acquistato lavorando in Fiorenza,
là richiamato, gli fu fatto dipignere dal Comune nella chiesa del
Duomo vecchio fuor della città la storia de' Magi e nella capella di S.
Gismondo un San Donato che con la benedizione fa crepare un
serpente. Parimente in molti pilastri di quel Duomo fece diverse
figure, et in una facciata la Madalena che in casa di Simone unge i
piedi a Cristo, con altre pitture, delle quali non accade far menzione,
essendo oggi quel tempio che era pieno di sepolture, d'ossa di Santi e
d'altre cose memorabili, del tutto rovinato. Dirò bene, acciò che
d'esso almeno resti questa memoria, che essendo egli stato edificato
dagl'Aretini più di mille e trecento anni sono, allora che di prima
vennero alla fede di Gesù Cristo, convertiti da S. Donato, il quale fu
poi vescovo di quella città, e gli fu dedicato a suo nome, et ornato di