Page 321 - Giorgio Vasari
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VITA DI IACOPO DI CASENTINO PITTORE
Essendosi già molti anni udita la fama et il rumore delle pitture di
Giotto e de' discepoli suoi, molti, desiderosi d'acquistar fama e
ricchezze mediante l'arte della pittura, cominciarono, inanimiti dalla
speranza dello studio e dalla inclinazione della natura, a caminar
verso il miglioramento dell'arte, con ferma credenza, esercitandosi, di
dovere avanzare in eccellenza e Giotto e Taddeo e gl'altri pittori. Fra
questi fu uno, Iacopo di Casentino, il quale, essendo nato, come si
legge, della famiglia di Messer Cristoforo Landino da Pratovecchio, fu
da un frate di Casentino, allora Guardiano al Sasso della Vernia,
acconcio con Taddeo Gaddi, mentre egli in quel convento lavorava,
perché imparasse il disegno e colorito dell'arte. La qual cosa in pochi
anni gli riuscì in modo che, condottosi in Fiorenza in compagnia di
Giovanni da Milano ai servigii di Taddeo loro maestro, molte cose
lavorando, e gli fu fatto dipignere il tabernacolo della Madonna di
Mercato Vecchio con la tavola a tempera, e similmente quello sul
canto della piazza di S. Niccolò della via del Cocomero, che pochi anni
sono l'uno e l'altro fu rifatto da peggior maestro che Iacopo non era.
Et ai Tintori quello che è a S. Nofri sul canto delle mura dell'orto loro,
dirimpetto a S. Giuseppo. In questo mentre, essendosi condotte a
fine le volte d'Or S. Michele sopra i dodici pilastri, e sopra esse posto
un tetto basso alla salvatica, per seguitare quando si potesse la
fabrica di quel palazzo che aveva a essere il granaio del Comune, fu
dato a Iacopo di Casentino, come a persona allora molto pratica, a
dipignere quelle volte con ordine che egli vi facesse, come vi fece,
con i Patriarchi alcuni Profeti et i primi delle tribù, che furono in tutto
sedici figure in campo azzurro d'oltramarino, oggi mezzo guasto,
senza gl'altri ornamenti. Fece poi nelle facce di sotto e nei pilastri
molti miracoli della Madonna et altre cose che si conoscono alla
maniera.