Page 287 - Giorgio Vasari
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sepoltura, con attenzione guardata dai re vivi, in diverse e belle
attitudini piene d'amirazione, e pare quasi che considerino con pietà
di se stessi d'avere in breve a divenire tali. In un di questi re a cavallo
ritrasse Andrea Uguccione della Faggiuola aretino, in una figura che si
tura con una mano il naso, per non sentire il puzzo de' re morti e
corrotti. Nel mezzo di questa storia è la morte che, volando per aria,
vestita di nero, fa segno d'avere con la sua falce levato la vita a
molti, che sono per terra d'ogni stato e condizione, poveri, ricchi,
storpiati, ben disposti, giovani, vecchi, maschi, femmine et insomma
d'ogni età e sesso buon numero. E perché sapeva che ai Pisani
piaceva l'invenzione di Buffalmacco, che fece parlare le figure di
Bruno in San Paulo a Ripa d'Arno, facendo loro uscire di bocca alcune
lettere, empié l'Orgagna tutta quella sua opera di cotali scritti de'
quali la maggior parte, essendo consumati dal tempo, non
s'intendono. A certi vecchi dunque storpiati fa dire:
Da che prosperitade ci ha lasciati,
o morte, medicina d'ogni pena,
deh, vieni a darne omai l'ultima cena,
con altre parole che non s'intendono e versi così all'antica composti,
secondo che ho ritratto, dall'Orgagna medesimo, che attese alla
poesia et a fare qualche sonetto. Sono intorno a que' corpi morti
alcuni Diavoli che cavano loro di bocca l'anime e le portano a certe
bocche piene di fuoco, che sono sopra la sommità d'un altissimo
monte; di contro a questi sono Angeli, che similmente a altri di que'
morti, che vengono a essere de' buoni, cavano l'anime di bocca e le
portano volando in Paradiso. Et in questa storia è una scritta grande,
tenuta da due Angeli, dove sono queste parole:
Ischermo di savere e di ricchezza,
di nobiltate ancora e di prodezza
vale niente ai colpi di costei,