Page 292 - Giorgio Vasari
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et altri ornamenti così bello come qual si vogl'altro di que' tempi e
               tale,  che  per  le  cose  fattevi  da  lui  è  stato  e  sarà  sempre  vivo  e
               grande il nome d'Andrea Orgagna, il quale usò nelle sue pitture dire:
               fece Andrea di Cione scultore: e nelle sculture: fece Andrea di Cione
               pittore, volendo che la pittura si sapesse nella scultura, e la scultura

               nella  pittura.  Sono  per  tutto  Firenze  molte  tavole  fatte  da  lui,  che
               parte si conoscono al nome, come una tavola in San Romeo, e parte
               alla maniera, come una che è nel capitolo del monasterio degl'Angeli.

               Alcune che ne lasciò imperfette furono finite da Bernardo suo fratello,
               che gli sopravisse, non però molt'anni. E perché, come si è detto, si
               dilettò  Andrea  di  far  versi  et  altre  poesie,  egli  già  vecchio,  scrisse
               alcuni  sonetti  al  Burchiello  allora  giovanetto.  Finalmente,  essendo
               d'anni sessanta, finì il corso di sua vita nel 1389, e fu portato dalle

               sue  case,  che  erano  nella  via  vecchia  de'  Corazzai,  alla  sepoltura
               onoratamente.

               Furono  nei  medesimi  tempi  dell'Orgagna  molti  valent'uomini  nella
               scultura  e  nella  architettura,  de'  quali  non  si  sanno  i  nomi,  ma  si
               veggono l'opere, che non sono se non da lodare e comendare molto;

               opera  de'  quali  è  non  solamente  il  monasterio  della  Certosa  di
               Fiorenza  fatta  a  spese  della  nobile  famiglia  degl'Acciaiuoli,  e
               particolarmente di Messer Nicola, gran siniscalco del re di Napoli, ma
               le  sepolture  ancora  del  medesimo,  dove  egl'è  ritratto  di  pietra,  e

               quella del padre e d'una sorella, sopra la lapide della quale, che è di
               marmo, furono amendue ritratti molto bene dal naturale l'anno 1366.
               Vi  si  vede  ancora  di  mano  de'  medesimi  la  sepoltura  di  Messer
               Lorenzo, figliuolo di detto Nicola, il quale morto a Napoli, fu recato in

               Fiorenza,  et  in  quella,  con  onoratissima  pompa  d'essequie,  riposto.
               Parimente nella sepoltura del cardinale Santa Croce della medesima
               famiglia,  ch'è  in  un  coro  fatto  allora  di  nuovo  dinanzi  all'altar
               maggiore,  è  il  suo  ritratto  in  una  lapide  di  marmo  molto  ben  fatto

               l'anno 1390.
               Discepoli  d'Andrea  nella  pittura  furono  Bernardo  Nello  di  Giovanni

               Falconi  pisano,  che  lavorò  molte  tavole  nel  Duomo  di  Pisa,  e
               Tommaso di Marco fiorentino, che fece oltr'a molte altre cose, l'anno
               1392, una tavola che è in S. Antonio di Pisa, appoggiata al tramezzo
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