Page 290 - Giorgio Vasari
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magnifico di tutti gl'altri, per partito de' signori e del Comune fu,
secondo l'ordine di lui, cominciata la loggia grande di piazza sopra i
fondamenti fatti al tempo del duca d'Atene, e tirata inanzi con molta
diligenza di pietre quadre benissimo commesse. E, quello che fu cosa
nuova in que' tempi, furono gl'archi delle volte fatti non più in quarto
acuto, come si era fino a quell'ora costumato, ma con nuovo e lodato
modo, girati in mezzi tondi, con molta grazia e bellezza di tanta
fabrica, che fu in poco tempo, per ordine d'Andrea, condotta al suo
fine, e se si fusse avuto considerazione di metterla allato a Santo
Romolo e farle voltare le spalle a tramontana, il che forse non fecero
per averla commoda alla porta del palazzo, ella sarebbe stata, com'è
bellissima di lavoro, utilissima fabrica a tutta la città, là dove per lo
gran vento la vernata non vi si può stare.
Fece in questa loggia l'Orgagna fra gl'archi della facciata dinanzi, in
certi ornamenti di sua mano, sette figure di marmo di mezzo rilievo,
per le sette virtù teologiche e cardinali, così belle che,
accompagnando tutta l'opera, lo fecero conoscere per non men buono
scultore che pittore et architetto, senzaché fu in tutte le sue azzioni
faceto, costumato et amabile uomo quanto mai fusse altro par suo. E
perché non lasciava mai, per lo studio d'una delle tre sue professioni,
quello dell'altra, mentre si fabricava la loggia fece una tavola a
tempera, con molte figure grandi e la predella di figure piccole, per
quella cappella degli Strozzi dove già con Bernardo suo fratello aveva
fatto alcune cose a fresco; nella quale tavola, parendogli ch'ella
potesse fare migliore testimonianza della sua professione che i lavori
fatti a fresco non potevano, vi scrisse il suo nome con queste parole:
"Anno Domini MCCCLVII. Andreas Cionis de Florentia me pinxit".
Compiuta quest'opera, fece alcune pitture pur in tavola, che furono
mandate al Papa in Avignone, le quali ancora sono nella chiesa
catedrale di quella città. Poco poi, avendo gl'uomini della Compagnia
d'Or San Michele messi insieme molti danari di limosine e beni stati
donati a quella Madonna per la mortalità del 1348, risolverno volerle
fare intorno una capella o vero tabernacolo non solo di marmi in tutti
i modi intagliati, e d'altre pietre di pregio ornatissimo e ricco, ma di
musaico ancora e d'ornamenti di bronzo, quanto più desiderare si