Page 261 - Giorgio Vasari
P. 261

VITA D'AMBRUOGIO LORENZETTI PITTOR SANESE



               Se  è  grande,  come  è  senza  dubbio,  l'obbligo  che  aver  deono  alla
               natura gl'artefici di bello ingegno, molto maggior doverebbe essere il
               nostro  verso  loro,  veggendo  ch'eglino  con  molta  solecitudine
               riempiono le città d'onorate fabriche e d'utili e vaghi componimenti di

               storie, arrecando a se medesimi il più delle volte fama e ricchezze
               con  l'opere  loro,  come  fece  Ambruogio  Lorenzetti  pittor  sanese,  il
               quale ebbe bella e molta invenzione nel comporre consideratamente
               e situare in istoria le sue figure. Di che fa vera testimonianza in Siena

               ne'  frati  Minori  una  storia  da  lui  molto  leggiadramente  dipinta  nel
               chiostro: dove è figurato in che maniera un giovane si fa frate, et in
               che modo egli et alcuni altri vanno al Soldano, e quivi sono battuti e
               sentenziati  alle  forche,  et  impiccati  a  un  albero,  e  finalmente

               decapitati  con  la  sopragiunta  d'una  spaventevole  tempesta.  Nella
               quale pittura con molt'altre e destrezza contrafece il rabbuffamento
               dell'aria e la furia della pioggia e de' venti ne' travagli delle figure;
               dalle quali i moderni maestri hanno imparato il modo et il principio di

               questa invenzione, per la quale, come inusitata innanzi, meritò egli
               comendazione infinita.

               Fu Ambruogio pratico coloritore a fresco, e nel maneggiar a tempera i
               colori gl'adoperò con destrezza e facilità grande, come si vede ancora
               nelle tavole finite da lui in Siena allo spedaletto che si chiama Monna

               Agnesa,  nella  quale  dipinse  e  finì  una  storia  con  nuova  e  bella
               composizione. Et allo spedale grande nella facciata fece in fresco la
               natività di Nostra Donna, e quando la va fra le vergini al tempio; e
               ne' frati di S. Agostino di detta città il capitolo, dove nella volta si

               veggiono figurati gl'Apostoli con carte in mano, ove è scritto quella
               parte del Credo che ciascheduno di loro fece; et a' piè una istorietta
               contenente  con  la  pittura  quel  medesimo,  che  è  di  sopra  con  la
               scrittura significato. Appresso, nella facciata maggiore sono tre storie

               di S. Caterina martire, quando disputa col tiranno in un tempio, e nel
               mezzo la Passione di Cristo con i ladroni in croce e le Marie da basso,
               che sostengono la Vergine Maria venutasi meno; le quali cose furono
   256   257   258   259   260   261   262   263   264   265   266