Page 256 - Giorgio Vasari
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lo mondo universale, e con affetto
               lodate Lui che l'ha sì ben creato;

               pensate di passare a tal diletto

               tra gl'Angeli, dove è ciascun beato.



               Per questo mondo si vede la gloria,

               lo basso e il mezzo e l'alto in questa storia.


               E per dire il vero, fu grand'animo quello di Buonamico a mettersi a far

               un Dio Padre grande cinque braccia, le gerarchie, i cieli, gli angeli, il
               zodiaco  e  tutte  le  cose  superiori  insino  al  cielo  della  luna,  e  poi
               l'elemento  del  fuoco,  l'aria,  la  terra  e  finalmente  il  centro;  e  per
               riempire i due angoli da basso fece in uno S. Agostino e nell'altro S.

               Tommaso d'Aquino.

               Dipinse, nel medesimo Camposanto, Buonamico, in testa dove è oggi
               di marmo la sepoltura del Corte, tutta la Passione di Cristo con gran
               numero  di  figure  a  piedi  et  a  cavallo,  e  tutte  in  varie  e  belle
               attitudini; e seguitando la storia, fece la resurrezzione e l'apparire di

               Cristo agl'Apostoli assai acconciamente. Finiti questi lavori, et in un
               medesimo tempo tutto quello che aveva in Pisa guadagnato, che non
               fu poco, se ne tornò a Firenze così povero come partito se n'era, dove
               fece  molte  tavole  e  lavori  in  fresco,  di  che  non  accade  fare  altra

               memoria.

               Intanto  essendo  dato  a  fare  a  Bruno,  suo  amicissimo,  che  seco  se
               n'era tornato da Pisa, dove si avevano sguazzato ogni cosa, alcune
               opere in S. Maria Novella, perché Bruno non aveva molto disegno né
               invenzione, Buonamico gli disegnò tutto quello che egli poi mise in
               opera in una facciata di detta chiesa dirimpetto al pergamo, e lunga

               quanto è lo spazio che è fra colonna e colonna: e ciò fu la storia di S.
               Maurizio e compagni che furono per la fede di Gesù Cristo decapitati;
               la quale opera fece Bruno per Guido Campese connestabile allora de'

               Fiorentini, il quale avendo ritratto prima che morisse, l'anno 1312, lo
               pose poi in questa opera armato, come si costumava in que' tempi; e
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