Page 250 - Giorgio Vasari
P. 250

maraviglia se quest'opera è guasta e consumata laddove molte altre
               che furono fatte molto prima, si sono benissimo conservate. Et io, che
               già pensava che a queste pitture avesse fatto nocumento l'umido, ho
               poi provato per esperienza, considerando altre opere del medesimo,
               che non dall'umido, ma da questa particolare usanza di Buffalmacco è

               avenuto  che  sono  in  modo  guaste,  che  non  si  vede  né  disegno  né
               altro; e dove erano le carnagioni, non è altro rimaso che il paonazzo.
               Il  qual  modo  di  fare  non  dee  usarsi  da  chi  ama  che  le  pitture  sue

               abbiano lunga vita.
               Lavorò Buonamico, dopo quello che si è detto di sopra, due tavole a

               tempera ai monaci della Certosa di Firenze, delle quali l'una è dove
               stanno per il coro i libri da cantare, e l'altra di sotto nelle cappelle
               vecchie. Dipinse in fresco nella Badia di Firenze la capella de' Giochi e
               Bastari allato alla cappella maggiore, la quale cappella ancor che poi

               fusse  conceduta  alla  famiglia  de'  Boscoli,  ritiene  le  dette  pitture  di
               Buffalmacco insino a oggi: nelle quali fece la Passione di Cristo con
               affetti ingegnosi e belli, mostrando in Cristo, quando lava i piedi ai
               discepoli, umiltà e mansuetudine grandissima, e ne' Giudei, quando lo

               menano  ad  Erode,  fierezza  e  crudeltà.  Ma  particolarmente  mostrò
               ingegno e facilità in un Pilato che vi dipinse in prigione, et in Giuda
               apiccato a un albero; onde si può agevolmente credere quello che di
               questo  piacevole  pittore  si  racconta,  cioè  che  quando  voleva  usar

               diligenza e affaticarsi, il che di rado avveniva, egli non era inferiore a
               niun altro dipintore de' suoi tempi. E che ciò sia vero, l'opere che fece
               in  Ognisanti  a  fresco  dove  è  oggi  il  cimitero,  furono  con  tanta
               diligenza lavorate e con tanti avvertimenti, che l'acqua che è piovuta

               loro sopra tanti anni non le ha potuto guastare, né fare sì che non si
               conosca la bontà loro, e che si sono mantenute benissimo per essere
               state lavorate puramente sopra la calcina fresca. Nelle facce dunque
               sono la natività di Gesù Cristo e l'adorazione de' Magi, cioè sopra la

               sepoltura degl'Aliotti.
               Dopo quest'opera andato Buonamico a Bologna, lavorò a fresco in S.

               Petronio nella cappella de' Bolognini, cioè nelle vòlte alcune storie,
               ma da non so che accidente sopravenuto non le finì. Dicesi che l'anno
               1302 fu condotto in Ascesi, e che nella chiesa di S. Francesco dipinse
   245   246   247   248   249   250   251   252   253   254   255