Page 249 - Giorgio Vasari
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faceva, se ne stettono più giorni senza pensar ad altro. Finalmente
               essendo  elleno  venute  in  disiderio  di  veder  che  bella  cosa  avesse
               fatto  il  maestro,  passati  quindici  giorni,  nel  quale  spazio  di  tempo
               Buonamico  non  vi  era  mai  capitato,  una  notte  pensando  che  il
               maestro  non  vi  fusse,  andarono  a  veder  le  sue  pitture,  e  rimasero

               tutte confuse e rosse, nello scoprir una più ardita dell'altre il solenne
               maestro, che in quindici dì non aveva punto lavorato. Poi conoscendo
               che egli aveva loro fatto quello che meritavano, e che l'opere che egli

               aveva fatte non erano se non lodevoli, fecer richiamar dal castaldo
               Buonamico;  il  qual  con  grandissime  risa  e  piacere  si  ricondusse  al
               lavoro, dando loro a cognoscere che differenza sia dagli uomini alle
               brocche, e che non sempre ai vestimenti si deono l'opere degli uomini
               giudicare.  Ora,  quivi  in  pochi  giorni  finì  una  storia,  di  che  si

               contentarono molto, parendo loro in tutte le parti da contentarsene,
               eccetto che le figure nelle carnagioni parevano loro anzi smorticce e
               pallide,  che  no.  Buonamico  sentendo  ciò,  e  avendo  inteso  che  la

               badessa  avea  una  vernaccia  la  miglior  di  Firenze,  la  quale  per  lo
               sagrifizio della messa serbava, disse loro che a volere a cotal difetto
               rimediare,  non  si  poteva  altro  fare  che  stemperare  i  colori  con
               vernaccia che fusse buona; per che toccando con essi così stemperati
               le  gote  e  l'altre  carni  delle  figure,  elle  diverrebbono  rosse  e  molto

               vivamente colorite. Ciò udito le buone suore che tutto si credettono,
               lo  tennono  sempre  poi  fornito  di  ottima  vernaccia  mentre  durò  il
               lavoro;  et  egli  godendosela,  fece  da  indi  in  poi  con  i  suoi  colori

               ordinarii le figure più fresche e colorite.
               Finita questa opera, dipinse nella Badia di Settimo alcune storie di S.

               Iacopo nella cappella che è nel chiostro a quel Santo dedicata, nella
               vòlta della quale fece i quattro Patriarchi e i quattro Evangelisti, fra i
               quali è notabile l'atto che fa S. Luca nel soffiare molto naturalmente
               nella penna, perché renda l'inchiostro. Nelle storie poi delle facciate,

               che  sono  cinque,  si  vede  nelle  figure  belle  attitudini,  et  ogni  cosa
               condotta con invenzione e giudizio. E perché usava Buonamico, per
               fare  l'incarnato  più  facile,  di  campeggiare,  come  si  vede  in
               quest'opera, per tutto di pavonazzo di sale, il quale fa col tempo una

               salsedine che si mangia e consuma il bianco e gl'altri colori, non è
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