Page 233 - Giorgio Vasari
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avendo espresso in alcune teste col disegno e con i colori tutta quella
               vivacità che poteva mostrare la maniera di que' tempi.

               Da  Pisa  trasferitosi  a  Pistoia,  fece  in  S.  Francesco  in  una  tavola  a
               tempera  una  Nostra  Donna  con  alcuni  Angeli  intorno  molto  bene
               accomodati;  e  nella  predella  che  andava  sotto  questa  tavola,  in
               alcune storie fece certe figure piccole tanto pronte e tanto vive, che

               in que' tempi fu cosa maravigliosa; onde sodisfacendo non meno a sé
               che agl'altri, volle porvi il nome suo con queste parole: Petrus Laurati
               de  Senis.  Essendo,  poi,  chiamato  Pietro  l'anno  1355  da  messer
               Guglielmo  arciprete  e  dagli  Operai  della  Pieve  d'Arezzo,  che  allora

               erano  Margarito  Boschi  et  altri,  in  quella  chiesa  stata  molto  inanzi
               condotta con migliore disegno e maniera, che altra che fosse stata
               fatta  in  Toscana  insino  a  quel  tempo,  et  ornata  tutta  di  pietre
               quadrate e d'intagli, come si è detto, di mano di Margaritone, dipinse

               a  fresco  la  tribuna  e  tutta  la  nicchia  grande  della  capella  dell'altar
               maggiore, facendovi a fresco dodici storie della vita di Nostra Donna,
               con  figure  grandi  quanto  sono  le  naturali:  e  cominciando  dalla
               cacciata di Giovacchino del tempio fino alla natività di Gesù Cristo.

               Nelle quali storie lavorate a fresco si riconoscono quasi le medesime
               invenzioni, i lineamenti, l'arie delle teste e l'attitudini delle figure che
               erano  state  proprie  e  particolari  di  Giotto  suo  maestro.  E  sebbene
               tutta questa opera è bella, è senza dubbio molto migliore che tutto il

               resto  quello  che  dipinse  nella  volta  di  questa  nicchia;  perché  dove
               figurò  la  Nostra  Donna  andare  in  cielo,  oltre  al  far  gl'Apostoli  di
               quattro braccia l'uno, nel che mostrò grandezza d'animo, e fu primo a
               tentare di rigrandire la maniera, diede tanto bella aria alle teste e

               tanta  vaghezza  ai  vestimenti,  che  più  non  si  sarebbe  a  que'  tempi
               potuto disiderare. Similmente nei volti d'un coro d'Angeli che volano
               in  aria  intorno  alla  Madonna,  e  con  leggiadri  movimenti  ballando
               fanno sembiante di cantare, dipinse una letizia veramente angelica e

               divina,  avendo  massimamente  fatto  gl'occhi  degl'Angeli,  mentre
               suonano  diversi  istrumenti,  tutti  fissi  et  intenti  in  un  altro  coro
               d'Angeli, che sostenuti da una nube in forma di mandorla portano la
               Madonna  in  cielo,  con  belle  attitudini  e  da  celesti  archi  tutti

               circondati.  La  quale  opera,  perché  piacque,  e  meritamente,  fu
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