Page 228 - Giorgio Vasari
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molto più bella dell'altre, perché oltre la morbidezza de' panni, si
vede dolcezza nell'aria delle teste, spavento nella fortuna del mare, e
gl'Apostoli percossi da diversi moti e da fantasmi marini, essere
figurati con attitudini molto proprie e tutte bellissime. E benché il
tempo abbia consumato in parte le fatiche che Stefano fece in questa
opera, si conosce, abagliatamente però, che i detti Apostoli si
difendono dalla furia de' venti e dall'onde del mare vivamente: la
quale cosa, essendo appresso i moderni lodatissima, dovette certo
ne' tempi di chi la fece parere un miracolo in tutta Toscana.
Dipinse dopo nel primo chiostro di S. Maria Novella un S. Tomaso
d'Aquino allato a una porta, dove fece ancora un Crucifisso, il quale è
stato poi da altri pittori, per rinovarlo, in mala maniera condotto.
Lasciò similmente una cappella in chiesa cominciata e non finita, che
è molto consumata dal tempo, nella quale si vede, quando gl'angeli
per la superbia di Lucifero piovvero giù in forme diverse: dove è da
considerare che le figure, scortando le braccia, il torso e le gambe -
molto meglio che scorci che fussero stati fatti prima - ci danno ad
intendere che Stefano cominciò a conoscere e mostrare in parte le
difficultà che avevano a far tenere eccellenti coloro, che poi con
maggiore studio ce gli mostrassono, come hanno fatto,
perfettamente; laonde scimia della natura fu dagli artefici per
sopranome chiamato.
Condotto poi Stefano a Milano, diede per Matteo Visconti principio a
molte cose; ma non le potette finire, perché, essendosi per la
mutazione dell'aria ammalato, fu forzato tornarsene a Firenze: dove
avendo riavuto la sanità, fece nel tramezzo della chiesa di Santa
Croce nella cappella degl'Asini, a fresco, la storia del martirio di S.
Marco quando fu strascinato, con molte figure che hanno del buono.
Essendo poi condotto per essere stato discepolo di Giotto, fece a
fresco in S. Piero di Roma nella cappella maggiore dove è l'altare di
detto Santo, alcune storie di Cristo fra le finestre che sono nella
nicchia grande, con tanta diligenza, che si vede che tirò forte alla
maniera moderna, trapassando d'assai, nel disegno e nell'altre cose,
Giotto suo maestro. Dopo questo fece in Araceli in un pilastro accanto
alla cappella maggiore, a man sinistra, un S. Lodovico in fresco che è