Page 218 - Giorgio Vasari
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VITA DI AGOSTINO ET AGNOLO SCULTORI ET ARCHITETTI
SANESI
Fra gl'altri che nella scuola di Giovanni e Nicola scultori pisani si
esercitarono, Agostino et Agnolo scultori sanesi, de' quali al presente
scriviamo la vita, riuscirono secondo que' tempi eccellentissimi.
Questi, secondo che io trovo, nacquero di padre e madre sanesi, e gli
antenati loro furono architetti: conciò sia che l'anno 1190 sotto il
reggimento de' tre Consoli, fusse da loro condotta a perfezzione
Fontebranda, e poi l'anno seguente, sotto il medesimo consolato, la
Dogana di quella città et altre fabriche. E nel vero si vede che i semi
della virtù, molte volte, nelle case dove sono stati per alcun tempo,
germogliano e fanno rampolli, che poi producono maggiori e migliori
frutti, che le prime piante fatto non avevano.
Agostino, dunque, et Agnolo aggiugnendo molto miglioramento alla
maniera di Giovanni e Nicola Pisani, arricchirono l'arte di miglior
disegno et invenzione, come l'opere loro chiaramente ne dimostrano.
Dicesi che tornando Giovanni sopra detto da Napoli a Pisa l'anno
1284, si fermò in Siena a fare il disegno e fondare la facciata del
Duomo, dinanzi dove sono le tre porte principali, perché si adornasse
tutta di marmi riccamente; e che allora non avendo più che quindici
anni, andò a star seco Agostino per attendere alla scultura, della
quale aveva imparato i primi principii, essendo a quell'arte non meno
inclinato, che alle cose d'architettura. E così sotto la disciplina di
Giovanni, mediante un continuo studio, trapassò in disegno, grazia e
maniera tutti i condiscepoli suoi, intanto che si diceva per ognuno che
egli era l'occhio diritto del suo maestro. E perché nelle persone che si
amano si disiderano, sopra tutti gli altri beni o di natura o d'animo o
di fortuna, la virtù che sola rende gli uomini grandi e nobili, e, più, in
questa vita e nell'altra felicissimi, tirò Agostino, con questa occasione
di Giovanni, Agnolo suo fratello minore al medesimo esercizio. Né gli
fu il ciò fare molta fatica; perché il praticar d'Agnolo con Agostino e
con gli altri scultori, gl'aveva di già, vedendo l'onore e utili che
traevano di cotal arte, l'animo acceso d'estrema voglia e disiderio