Page 222 - Giorgio Vasari
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Evangelista; e sotto ciascuna delle dette figure è intagliata una storia
di basso rilievo della vita del Santo che è sopra; e in tutte queste
istorie è un numero infinito di mezze figure, che secondo il costume di
que' tempi fanno ricco e bello ornamento. Si vede chiaramente che
durarono Agostino et Agnolo in quest'opera grandissima fatica, e che
posero in essa ogni diligenza e studio per farla, come fu veramente,
opera lodevole; et ancor che siano mezzi consumati, pur vi si leggono
i nomi loro et il millesimo, mediante il quale, sapendosi quando la
cominciarono, si vede che penassono a fornirla otto anni interi; ben è
vero che in quel medesimo tempo fecero anco molte altre cosette in
diversi luoghi et a varie persone.
Ora, mentre che costoro lavoravono in Bologna, quella città mediante
un legato del Papa si diede liberamente alla chiesa, e il Papa
all'incontro promise che anderebbe ad abitar con la corte a Bologna,
ma che per sicurtà sua voleva edificarvi un castello o vero fortezza.
La qual cosa essendogli conceduta dai bolognesi, fu con ordine e
disegno di Agostino e d'Agnolo tostamente fatta; ma ebbe pochissima
vita; perciò che, conosciuto i bolognesi che le molte promesse del
Papa erano del tutto vane, con molto maggior prestezza che non era
stata fatta, disfecero e rovinarono la detta fortezza.
Dicesi che mentre dimoravano questi due scultori in Bologna, il Po
con danno incredibile del territorio mantoano e ferrarese, e con la
morte di più che diecimila persone che vi perirono, uscì impetuoso del
letto, e rovinò tutto il paese all'intorno per molte miglia, e che perciò
chiamati essi, come ingegnosi e valenti uomini, trovarono modo di
rimettere quel terribile fiume nel luogo suo, serrandolo con argini et
altri ripari utilissimi; il che fu con molta loro lode et utile: perché oltre
che n'acquistarono fama, furono dai Signori di Mantoa e dagl'Estensi
con onoratissimi premii riconosciuti. Essendo poi tornati a Siena
l'anno 1338, fu fatta con ordine e disegno loro la chiesa nuova di S.
Maria, appresso al Duomo vecchio verso piazza Manetti; e non molto
dopo, restando molto sodisfatti i Sanesi di tutte l'opere che costoro
facevano, deliberarono con sì fatta occasione di mettere ad effetto
quello di che si era molte volte ma invano insino allora ragionato,
cioè di fare una fonte publica in su la piazza principale e dirimpetto al