Page 210 - Giorgio Vasari
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cavato venti braccia a dentro, una platea di pietre forti, in quella
parte donde si era cavata acqua e ghiaia; sopra la quale platea, fatto
poi un buon getto che venne alto dodici braccia dal primo
fondamento, fece fare il rimanente, cioè l'altre otto braccia di muro a
mano. E a questo principio e fondamento intervenne il vescovo della
città, il quale, presente tutto il clero e tutti i magistrati, mise
solennemente la prima pietra. Continuandosi poi questa opera col
detto modello, che fu di quella maniera tedesca che in quel tempo
s'usava, disegnò Giotto tutte le storie che andavano nell'ornamento,
e scompartì di colori bianchi, neri e rossi il modello in tutti que' luoghi
dove avevano a andare le pietre e i fregi, con molta diligenza. Fu il
circuito da basso in giro largo braccia cento, cioè braccia venticinque
per ciascuna faccia, e l'altezza braccia centoquarantaquattro. E se è
vero, che tengo per verissimo, quello che lasciò scritto Lorenzo di
Cione Ghiberti, fece Giotto non solo il modello di questo campanile,
ma di scultura ancora e di rilievo parte di quelle storie di marmo,
dove sono i principii di tutte l'arti. E Lorenzo detto afferma aver
veduto modelli di rilievo di man di Giotto, e particolarmente quelli di
queste opere; la qual cosa si può creder agevolmente, essendo il
disegno e l'invenzione il padre e la madre di tutte quest'arti e non
d'una sola.
Doveva questo campanile, secondo il modello di Giotto, avere per
finimento, sopra quello che si vede, una punta ovvero piramide
quadra alta braccia cinquanta, ma per essere cosa tedesca e di
maniera vecchia, gli architettori moderni non hanno mai se non
consigliato che non si faccia, parendo che stia meglio così. Per le
quali tutte cose fu Giotto non pure fatto cittadino fiorentino, ma
provisionato di cento fiorini d'oro l'anno dal Comune di Firenze, ch'era
in que' tempi gran cosa, e fatto proveditore sopra questa opera; che
fu seguitata dopo lui da Taddeo Gaddi, non essendo egli tanto vivuto
che la potesse vedere finita.
Ora mentre che quest'opera si andava tirando inanzi, fece alle
monache di S. Giorgio una tavola, e nella Badia di Firenze in un arco
sopra la porta di dentro la chiesa tre mezze figure, oggi coperte di
bianco per illuminare la chiesa. E nella sala grande del Podestà di