Page 1988 - Giorgio Vasari
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tre gran tavole fatte ai monaci neri di San Piero in quella città, per un
               loro refettorio. In una cioè quella del mezzo sono le nozze di Cana
               Galilea, nelle quali Cristo fece il miracolo di convertire l'acqua in vino.
               Nella seconda da man destra è Eliseo profeta, che fa diventar dolce
               con  la  farina  l'amarissima  olla,  i  cibi  della  quale  guasti  dalle

               coloquinte i suoi Profeti non potevano mangiare; e nella terza è S.
               Benedetto,  al  quale  annunziando  un  converso,  in  tempo  di
               grandissima  carestia  e  quando  a  punto  mancava  da  vivere  ai  suoi

               monaci, che sono arrivati alcuni camelli carichi di farina alla porta, e'
               vede  che  gl'Angeli  di  Dio  gli  conducevano  miracolosamente
               grandissima  quantità  di  farina.  Alla  signora  Gentilina,  madre  del
               signor Chiappino e signor Paulo Vitelli, dipinsi in Fiorenza, e di lì le
               mandai a Città di Castello, una gran tavola, in cui è la coronazione di

               Nostra  Donna,  in  alto  un  ballo  d'Angeli,  et  a  basso  molte  figure
               maggiori del vivo, la qual tavola fu posta in San Francesco di detta
               città.

               Per la chiesa del Poggio a Caiano, villa del signor Duca, feci in una
               tavola  Cristo  morto  in  grembo  alla  madre,  San  Cosimo  e  San

               Damiano  che  lo  contemplano,  et  un  Angelo  in  aria,  che  piangendo
               mostra  i  misterii  della  Passione  di  esso  Nostro  Salvatore.  E  nella
               chiesa del Carmine di Fiorenza fu posta, quasi ne' medesimi giorni,
               una tavola di mia mano nella cappella di Matteo e Simon Botti, miei

               amicissimi,  nella  quale  è  Cristo  crucifisso,  la  Nostra  Donna,  San
               Giovanni e la Madalena, che piangono. Dopo a Iacopo Capponi feci,
               per  mandare  in  Francia,  due  gran  quadri:  in  uno  è  la  Primavera  e
               nell'altro  l'Autunno,  con  figure  grandi  e  nuove  invenzioni;  et  in  un

               altro quadro maggiore un Cristo morto sostenuto da due Angeli e Dio
               Padre in alto. Alle monache di Santa Maria Novella d'Arezzo mandai,
               pur  di  que'  giorni,  o  poco  avanti,  una  tavola,  dentro  la  quale  è  la
               Vergine  annunziata  dall'Angelo,  e  dagli  lati  due  Santi;  et  alle

               monache di Luco di Mugello, dell'Ordine di Camaldoli, un'altra tavola,
               che  è  nel  loro  coro  di  dentro,  dove  è  Cristo  crucifisso,  la  Nostra
               Donna, San Giovanni e Maria Madalena.

               A  Luca  Torrigiani  molto  mio  amorevolissimo  e  domestico,  il  quale
               desiderando, fra molte cose che ha dell'arte nostra, avere una pittura
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