Page 1992 - Giorgio Vasari
P. 1992

L'AUTORE AGL'ARTEFICI DEL DISEGNO



               Onorati e nobili artefici, a pro e comodo de' quali principalmente io a
               così lunga fatica, la seconda volta messo mi sono, io mi veggio, col
               favore  et  aiuto  della  divina  grazia,  avere  quello  compiutamente
               fornito che io nel principio della presente mia fatica promisi di fare.

               Per  la  qual  cosa  Iddio  primieramente  et  appresso  i  miei  signori
               ringraziando,  che  mi  hanno  onde  io  abbia  ciò  potuto  fare
               comodamente conceduto, è da dare alla penna et alla mente faticata
               riposo, il che farò tosto che arò detto alcune cose brievemente.

               Se adunque paresse ad alcuno che, talvolta, in scrivendo fussi stato
               anzi lunghetto et alquanto prolisso, l'avere io voluto più che mi sia

               stato  possibile  essere  chiaro,  e  davanti  altrui  mettere  le  cose  in
               guisa, che quello che non s'è inteso, o io non ho saputo dire così alla
               prima, sia per ogni modo manifesto. E se quello che una volta si è

               detto è talora stato in altro luogo replicato, di ciò due sono state le
               cagioni: l'avere così richiesto la materia di cui si tratta, e l'avere io
               nel tempo che ho rifatta e si è l'opera ristampata, interrotto più d'una
               fiata  per  ispazio  non  dico  di  giorni,  ma  di  mesi,  lo  scrivere,  o  per
               viaggi,  o  per  soprabondanti  fatiche,  opere  di  pitture,  disegni  e

               fabriche;  sanzaché  a  un  par  mio  (il  confesso  liberamente)  è  quasi
               impossibile guardarsi da tutti gl'errori.

               A  coloro  ai  quali  paresse  che  io  avessi  alcuni  o  vecchi  o  moderni
               troppo lodato, e che facendo comparazione da essi vecchi a quelli di
               questa età, se ne ridessero, non so che altro mi rispondere se non
               che intendo avere sempre lodato non semplicemente, ma, come s'usa

               dire,  secondo  che  et  avuto  rispetto  ai  luoghi,  tempi  et  altre
               somiglianti circonstanze; e nel vero, come che Giotto fusse, poniam
               caso,  ne'  suoi  tempi  lodatissimo,  non  so  quello  che  di  lui  e  d'altri

               antichi si fusse detto, se fussi stato al tempo del Buonarruoto; oltre
               che gl'uomini di questo secolo, il quale è nel colmo della perfezzione,
               non sarebbono nel grado che sono, se quelli non fussero prima stati
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