Page 1974 - Giorgio Vasari
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monasterio de' monaci neri cassinensi, dilettandosi infinitamente
delle cose di pittura et essendo molto mio amico, mi pregò che io
volessi fargli nella testa di uno loro refettorio un Cenacolo, o altra
cosa simile. Onde risolutomi a compiacerli, andai pensando di farvi
alcuna cosa fuor dell'uso comune, e così mi risolvei insieme con quel
buon padre a farvi le nozze della reina Ester con il re Assuero, et il
tutto in una tavola a olio, lunga quindici braccia, ma prima metterla
in sul luogo, e quivi poi lavorarla; il qual modo (e lo posso io
affermare, che l'ho provato) è quello che si vorrebbe veramente
tenere a volere che avessono le pitture i suoi proprii e veri lumi,
perciò che infatti il lavorare a basso, o in altro luogo che in sul proprio
dove hanno da stare, fa mutare alle pitture i lumi, l'ombre e molte
altre proprietà. In quest'opera adunque mi sforzai di mostrare maestà
e grandezza, comeché io non possa far giudizio se mi venne fatto o
no; so bene che il tutto disposi in modo, che con assai bell'ordine si
conoscono tutte le maniere de' serventi, paggi, scudieri, soldati della
guardia, bottiglieria, credenza, musici, et un nano, et ogni altra cosa
che a reale e magnifico convito è richiesta. Vi si vede fra gl'altri lo
scalco condurre le vivande in tavola, accompagnato da buon numero
di paggi vestiti a livrea, et altri scudieri e serventi. Nelle teste della
tavola, che è aovata, sono signori et altri gran personaggi e cortigiani
che in piedi stanno, come s'usa, a vedere il convito. Il re Assuero
stando a mensa come re altero et innamorato sta tutto appoggiato
sopra il braccio sinistro, che porge una tazza di vino alla reina, et in
atto veramente regio et onorato. Insomma se io avessi a credere
quello che allora sentii dirne al popolo, e sento ancora da chiunche
vede quest'opera, potrei credere d'aver fatto qualcosa, ma io so da
vantaggio come sta la bisogna, e quello che arei fatto se la mano
avesse ubidito a quello che io m'era concetto nell'idea. Tuttavia vi
misi (questo posso confessare liberamente) studio e diligenza. Sopra
l'opera viene nel peduccio d'una volta un Cristo che porge a quella
regina una corona di fiori, e questo è fatto in fresco, e vi fu posto per
accennare il concetto spirituale della istoria, per la quale si denotava
che repudiata l'antica sinagoga Cristo sposava la nuova chiesa de'
suoi fedeli cristiani.