Page 1965 - Giorgio Vasari
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partimenti  di  maniera  moderna  tutta  quella  vecchiaia  e  goffezza  di

               sesti. Nel che mi furon di grande aiuto le volte e mura, fatte, come si
               usa  in  quella  città,  di  pietre  di  tufo,  che  si  tagliono  come  fa  il
               legname, o meglio cioè come i mattoni non cotti interamente. Perciò
               che io vi ebbi commodità, tagliando, di fare sfondati di quadri, ovali

               et ottangoli ringrossando con chiodi e rimettendo de' medesimi tufi.
               Ridotte adunque quelle volte a buona proporzione con quei stucchi, i
               quali furono i primi che a Napoli fussero lavorati modernamente, e

               particolarmente le facciate e teste di quel refettorio, vi feci sei tavole
               a olio, alte sette braccia, cioè tre per testata. In tre che sono sopra
               l'entrata  del  refettorio  è  il  piovere  della  manna  al  popolo  ebreo,
               presenti  Moisè  et  Aron  che  la  ricogliono,  nel  che  mi  sforzai  di
               mostrare nelle donne, negl'uomini e ne' putti diversità d'attitudini e

               vestiti,  e  l'affetto  con  che  ricogliono  e  ripongono  la  manna
               ringraziandone Dio. Nella testata che è a sommo è Cristo che desina
               in casa di Simone, e Maria Madalena, che con le lacrime gli bagna i

               piedi  e  gl'asciuga  con  i  capelli,  tutta  mostrandosi  pentita  de'  suoi
               peccati. La quale storia è partita in tre quadri: nel mezzo è la cena, a
               man  ritta  una  bottiglieria  con  una  credenza  piena  di  vasi  in  varie
               forme  e  stravaganti,  et  a  man  sinistra  uno  scalco  che  conduce  le
               vivande. Le volte furono compartite in tre parti: in una si tratta della

               Fede,  nella  seconda  della  Religione  e  nella  terza  dell'Eternità.
               Ciascuna  delle  quali,  perché  erano  in  mezzo,  ha  otto  Virtù  intorno,
               dimostranti ai monaci che in quel refettorio mangiano quello che alla

               loro vita e perfezzione è richiesto. E per arricchire i vani delle volte,
               gli  feci  pieni  di  grottesche,  le  quali  in  quarantotto  vani  fanno
               ornamento  alle  quarantotto  immagini  celesti;  et  in  sei  facce  per  lo
               lungo  di  quel  refettorio  sotto  le  finestre  fatte  maggiori  e  con  ricco
               ornamento, dipinsi sei delle parabole di Gesù Cristo, le quali fanno a

               proposito  di  quel  luogo.  Alle  quali  tutte  pitture  et  ornamenti
               corrisponde  l'intaglio  delle  spalliere  fatte  riccamente.  Dopo,  feci
               all'altar  maggiore  di  quella  chiesa  una  tavola  alta  otto  braccia

               dentrovi la Nostra Donna che presenta a Simeone nel tempio Gesù
               Cristo  piccolino,  con  nova  invenzione.  Ma  è  gran  cosa,  che  dopo
               Giotto, non era stato insino allora in sì nobile e gran città maestri che
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