Page 1923 - Giorgio Vasari
P. 1923

condusse  quattordici  pezzi  di  quella  perfezzione  e  bontà  che  sa

               chiunque  gli  ha  veduti.  Ma  perché  questa  era  soverchia  fatica  al
               Bronzino, che vi perdeva troppo tempo, si servì nella maggior parte di
               questi cartoni, facendo esso i disegni, di Raffaello dal Colle, pittore
               dal Borgo a San Sepolcro, che si portò ottimamente.

               Avendo poi fatto Giovanni Zanchini dirimpetto alla cappella de' Dini in

               Santa Croce di Firenze, cioè nella facciata dinanzi entrando in chiesa
               per  la  porta  del  mezzo  a  man  manca,  una  cappella  molto  ricca  di
               conci, con sue sepolture di marmo, allogò la tavola al Bronzino, acciò
               vi facesse dentro un Cristo disceso al Limbo per trarne i Santi Padri.

               Messovi dunque mano condusse Agnolo quell'opera con tutta quella
               possibile  estrema  diligenza  che  può  mettere  chi  desidera  acquistar
               gloria  in  simigliante  fatica.  Onde  vi  sono  ignudi  bellissimi,  maschi,
               femine,  putti,  vecchi  e  giovani,  con  diverse  fattezze  et  attitudini

               d'uomini  che  vi  sono  ritratti  molto  naturali,  fra'  quali  è  Iacopo
               Puntormo, Giovanbatista Gello, assai famoso accademico fiorentino,
               et il Bacchiacca dipintore, del quale si è favellato di sopra. E fra le
               donne vi ritrasse due nobili e veramente bellissime giovani fiorentine,

               degne  per  la  incredibile  bellezza  et  onestà  loro  d'eterna  lode  e  di
               memoria:  madonna  Gostanza  da  Somaia,  moglie  di  Giovanbatista
               Doni,  che  ancor  vive,  e  madonna  Camilla  Tedaldi  del  Corno,  oggi
               passata a miglior vita. Non molto dopo fece in un'altra tavola grande

               e bellissima la Ressurezzione di Gesù Cristo, che fu posta intorno al
               coro della chiesa de' Servi, cioè nella Nunziata, alla cappella di Iacopo
               e Filippo Guadagni. Et in questo medesimo tempo fece la tavola che
               in palazzo fu messa nella cappella, onde era stata levata quella che

               fu  mandata  a  Gran  Vela,  che  certo  è  pittura  bellissima  e  degna  di
               quel luogo. Fece poi Bronzino al signor Alamanno Salviati una Venere
               con  un  satiro  appresso,  tanto  bella  che  par  Venere  veramente  dea
               della bellezza.

               Andato  poi  a  Pisa,  dove  fu  chiamato  dal  Duca,  fece  per  sua
               eccellenzia alcuni ritratti, et a Luca Martini suo amicissimo, anzi non

               pure di lui solo, ma di tutti i virtuosi affezionatissimo veramente, un
               quadro di Nostra Donna molto bello, nel quale ritrasse detto Luca con
               una cesta di frutte, per essere stato colui ministro e proveditore per
   1918   1919   1920   1921   1922   1923   1924   1925   1926   1927   1928