Page 1920 - Giorgio Vasari
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suore dette le Poverine dipinse a fresco un bellissimo tabernacolo, nel
               qual  è  Cristo  che  appare  a  Madalena  in  forma  d'ortolano.  In  Santa
               Trinita pur di Firenze si vede di mano del medesimo in un quadro a
               olio, al primo pilastro a man ritta, un Cristo morto, la Nostra Donna,
               San Giovanni e Santa Maria Madalena, condotti con bella maniera e

               molta  diligenzia.  Nei  quali  detti  tempi  che  fece  queste  opere,  fece
               anco  molti  ritratti  di  diversi,  e  quadri  che  gli  diedero  gran  nome.
               Passato poi l'assedio di Firenze e fatto l'accordo, andò come altrove

               s'è  detto  a  Pesero,  dove  appresso  Guidobaldo  duca  d'Urbino  fece,
               oltre la detta cassa d'Arpicordo piena di figure, che fu cosa rara, il
               ritratto  di  quel  signore  e  d'una  figliuola  di  Matteo  Sofferoni,  che  fu
               veramente  bellissima  e  molto  lodata  pittura.  Lavorò  anche
               all'Imperiale,  villa  del  detto  Duca,  alcune  figure  a  olio  ne'  peducci

               d'una  volta,  e  più  n'averebbe  fatto,  se  da  Iacopo  Puntormo  suo
               maestro  non  fusse  stato  richiamato  a  Firenze  perché  gl'aiutasse  a
               finire la sala del Poggio a Caiano. Et arrivato in Firenze, fece quasi

               per  passatempo  a  Messer  Giovanni  de  Statis,  auditore  del  duca
               Alessandro, un quadretto di Nostra Donna, che fu opera lodatissima,
               e poco dopo a monsignor Giovio, amico suo, il ritratto d'Andrea Doria,
               et  a  Bartolomeo  Bettini,  per  empiere  alcune  lunette  d'una  sua
               camera, il ritratto di Dante, Petrarca e Boccaccio, figure dal mezzo in

               su bellissime. I quali quadri finiti, ritrasse Bonacorso Pinadori, Ugolino
               Martelli, Messer Lorenzo Lenzi oggi vescovo di Fermo, e Pierantonio
               Bandini e la moglie con tanti altri, che lunga opera sarebbe voler di

               tutti  fare  menzione.  Basta  che  tutti  furono  naturalissimi,  fatti  con
               incredibile diligenza e di maniera finiti, che più non si può disiderare.

               A Bartolomeo Panciatichi fece due quadri grandi di Nostre Donne con
               altre figure, belli a maraviglia e condotti con infinita diligenza, et oltre
               ciò  i  ritratti  di  lui  e  della  moglie,  tanto  naturali  che  paiono  vivi
               veramente e che non manchi loro se non lo spirito. Al medesimo ha

               fatto  in  un  quadro  un  Cristo  crucifisso,  che  è  condotto  con  molto
               studio e fatica, onde ben si conosce che lo ritrasse da un vero corpo
               morto  confitto  in  croce,  cotanto  è  in  tutte  le  sue  parti  di  somma
               perfezzione  e  bontà.  Per  Matteo  Strozzi  fece  alla  sua  villa  di  San

               Casciano, in un tabernacolo a fresco, una Pietà con alcuni Angeli, che
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