Page 1874 - Giorgio Vasari
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che fu bella figura e molto lodata; et a Santa Croce della Giudecca

               fece un Cristo, pure ignudo di marmo, che mostra le piaghe, con bello
               artifizio, e parimente a San Giovanni Nuovo tre figure: Santa Dorotea,
               Santa Lucia e Santa Caterina; et in Santa Marina si vede di sua mano
               un  cavallo  con  un  capitano  armato  sopra;  le  quali  opere  possono

               stare al pari con quante ne sono in Vinezia. In Padova nella chiesa di
               Santo  Antonio  fece  di  stucco  detto  Santo  e  San  Bernardino  vestiti.
               Della  medesima  materia  fece  a  Messer  Luigi  Cornaro  una  Minerva,

               una  Venere  et  una  Diana,  maggiori  del  naturale  e  tutte  tonde;  di
               marmo un Mercurio, e di terra cotta un Marzio ignudo e giovinetto,
               che si cava una spina d'un piè, anzi, mostrando averla cavata, tiene
               con  una  mano  il  piè,  guardando  la  ferita,  e  con  l'altra  pare  che  si
               voglia  nettare  la  ferita  con  un  panno,  la  quale  opera,  perché  è  la

               migliore  che  mai  facesse  costui,  disegna  il  detto  Messer  Luigi  farla
               gettare  di  bronzo.  Al  medesimo  fece  un  altro  Mercurio  di  pietra,  il
               quale fu poi donato al duca Federigo di Mantova.

               Fu parimente discepolo del Sansovino Tiziano da Padova, scultore, il
               quale  nella  loggia  del  campanile  di  San  Marco  di  Vinezia  scolpì  di

               marmo alcune figurette, e nella chiesa del medesimo San Marco si
               vede pur da lui scolpito e gettato di bronzo un bello e gran coperchio
               di pila di bronzo nella cappella di San Giovanni. Aveva costui fatto la
               statua  d'un  San  Giovanni,  nel  quale  sono  i  quattro  Evangelisti  e

               quattro  storie  di  San  Giovanni  con  bello  artifizio,  per  gettarla  di
               bronzo, ma morendosi d'anni trentacinque, rimase il mondo privo d'un
               eccellente  e  valoroso  artefice.  È  di  mano  di  costui  la  volta  della
               cappella di Santo Antonino da Padova, con molto ricco partimento di

               stucco.  Aveva  cominciato  per  la  medesima  un  serraglio  di  cinque
               archi  di  bronzo,  che  erano  pieni  di  storie  di  quel  Santo,  con  altre
               figure  di  mezzo  e  basso  rilievo,  ma  rimase  anco  questo  per  la  sua
               morte imperfetto, e per discordia di coloro che avevano cura di farla

               fare; e n'erano già stati gettati molti pezzi, che riuscivano bellissimi,
               e fatte le cere per molti altri, quando costui si morì e rimase per le
               dette cagioni ogni cosa adietro. Il medesimo Tiziano, quando il Vasari
               fece il già detto apparato per i signori della Compagnia della Calza in

               Canareio, fece in quello alcune statue di terra e molti termini, e fu
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