Page 1878 - Giorgio Vasari
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Padova per Messer Marco da Mantova, eccellentissimo dottore di
medicina, in casa del quale fece un grandissimo gigante nel suo
cortile di un pezzo di pietra e la sua sepoltura con molte statue. Dopo
venuto l'Amannato a Roma l'anno 1550, gli furono allogate da Giorgio
Vasari quattro statue di braccia quattro l'una di marmo per la
sepoltura del cardinale de' Monti vecchio, la quale papa Iulio Terzo
aveva allogata a esso Giorgio nella chiesa di San Pietro a Montorio,
come si dirà, le quali statue furono tenute molto belle, per che
avendogli il Vasari posto amore, lo fece conoscere al detto Iulio
Terzo, il quale avendo ordinato quello fusse da fare, lo fece mettere
in opera, e così ambidue, cioè il Vasari e l'Amannato, per un pezzo
lavorarono insieme alla vigna. Ma non molto dopo che il Vasari fu
venuto a servire il duca Cosimo a Fiorenza, essendo morto il detto
Papa, l'Amannato, che si trovava senza lavoro et in Roma da quel
Pontefice essere male stato sodisfatto delle sue fatiche, scrisse al
Vasari, pregandolo che come l'aveva aiutato in Roma, così volesse
aiutarlo in Fiorenza appresso al Duca. Onde el Vasari adoperandosi in
ciò caldamente, lo condusse al servizio di sua eccellenza per cui ha
molte statue di marmo e di bronzo, che ancora non sono in opera,
lavorate. Per lo giardino di Castello ha fatto due figure di bronzo
maggiori del vivo, cioè Ercole che fa scoppiare Anteo, al quale Anteo,
invece dello spirito, esce acqua in gran copia per bocca. Finalmente
ha condotto l'Amannato il colosso di Nettunno di marmo che è in
piazza, alto braccia dieci e mezzo. Ma perché l'opera della fonte a cui
ha da stare in mezzo il detto Nettunno non è finita, non ne dirò altro.
Il medesimo Amannato, come architetto, attende, con suo molto
onore e lode, alla fabbrica de' Pitti, nella quale opera ha grande
occasione di mostrare la virtù e grandezza dell'animo suo, e la
magnificenza e grande animo del duca Cosimo. Direi molti particolari
di questo scultore, ma perché mi è amico, et altri secondo che
intendo scrive le cose sue, non dirò altro per non mettere mano a
quello che da altri fie meglio, che io forse non saprei raccontarlo.
Restaci per ultimo de' discepoli del Sansovino a far menzione del
Danese Cataneo scultore da Carrara, il quale essendo anco piccol
fanciullo stette con esso lui a Vinezia, e partitosi d'anni diciannove dal