Page 1879 - Giorgio Vasari
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detto  suo  maestro,  fece  da  per  sé  in  San  Marco  un  fanciullo  di
               marmo,  et  un  San  Lorenzo  nella  chiesa  de'  frati  minori,  a  San
               Salvadore un altro fanciullo di marmo, et a San Giovanni e Polo la
               statua d'un Bacco ignudo, che preme un grappol d'uva d'una vite che
               s'aggira intorno a un tronco che ha dietro alle gambe, la quale statua

               è  oggi  in  casa  de'  Mozzanighi  da  San  Barnaba.  Ha  lavorato  molte
               figure  per  la  libreria  di  San  Marco  e  per  la  loggia  del  campanile
               insieme con altri, de' quali si è di sopra favellato, et oltre le dette,

               quelle due che già si disse essere nelle stanze del Consiglio de' Dieci.
               Ritrasse di marmo il cardinale Bembo et il Contarino capitan generale
               dell'armata  viniziana,  i  quali  ambidue  sono  in  Santo  Antonio  di
               Padova, con belli e ricchi ornamenti a torno. E nella medesima città di
               Padova in San Giovanni di Verdara è di mano del medesimo il ritratto

               di  Messer  Girolamo  Gigante  iureconsulto  dottissimo.  A  Vinezia  ha
               fatto  in  Santo  Antonio  della  Giudecca  il  ritratto  naturalissimo  del
               Giustiniano,  luogotenente  del  gran  mastro  di  Malta,  e  quello  del

               Tiepolo  stato  tre  volte  generale:  ma  queste  non  sono  anco  state
               messe ai luoghi loro. Ma la maggiore opera e più segnalata che abbia
               fatta il Danese è stato in Verona a Santa Anastasia una cappella di
               marmi ricca, e con figure grandi, al signor Ercole Fregoso in memoria
               del  signor  Iano,  già  signor  di  Genova  e  poi  capitano  generale  de'

               viniziani, al servizio de' quali morì. Questa opera è d'ordine corinto in
               guisa  d'arco  trionfale,  e  divisata  da  quattro  gran  colonne  tonde
               striate,  con  i  capitegli  a  foglie  di  oliva,  che  posano  sopra  un

               basamento di conveniente altezza, facendo il vano del mezzo largo
               una  volta  più  che  uno  di  quelli  dalle  bande,  con  un  arco  fra  le
               colonne, sopra il quale posa in su capitegli l'architrave e la cornice, e
               nel mezzo dentro all'arco uno ornamento molto bello di pilastri con
               cornice  e  frontespizio,  col  campo  d'una  tavola  di  paragone  nero

               bellissimo, dove è la statua d'un Cristo ignudo maggior del vivo, tutta
               tonda e molto buona figura, la quale statua sta in atto di mostrare le
               sue piaghe, con un pezzo di panno rilegato nei fianchi fra le gambe e

               fino in terra. Sopra gl'angoli dell'arco sono segni della sua Passione, e
               tra le due colonne, che sono dal lato destro, sta sopra un basamento
               una statua tutta tonda, fatta per il signor Iano Fregoso tutta armata
               all'antica, salvo che mostra le braccia e le gambe nude, e tiene la
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