Page 1866 - Giorgio Vasari
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d'architettura, nel modo a punto che sarebbe ben fatto ch'ella stesse,

               per torne via quello che vi è di componimento et ordine tedesco; per
               che messovi mano (per non dire ora alcuna cosa della coperta di tela,
               che  per  San  Giovanni  et  altre  feste  solennissime  soleva  coprire  la
               piazza di Santa Maria del Fiore e di esso San Giovanni, essendosi di

               ciò in altro luogo favellato a bastanza), dico che sotto queste tende
               aveva ordinato il Sansovino la detta facciata di lavoro corinto, e che
               fattala  a  guisa  d'arco  trionfale,  aveva  messo  sopra  un  grandissimo

               imbasamento da ogni banda le colonne doppie con certi nicchioni fra
               loro  pieni  di  figure  tutte  tonde,  che  figuravano  gl'Apostoli,  e  sopra
               erano alcune storie grandi di mezzo rilievo, finte di bronzo, di cose
               del  Vecchio  Testamento,  alcune  delle  quali  ancora  si  veggiono
               lungarno in casa de' Lanfredini. Sopra seguitavano gl'architravi, fregi

               e cornicioni, che risaltavano, et appresso varii e bellissimi frontespizii.
               Negl'angoli poi degl'archi, nelle grossezze e sotto, erano storie dipinte
               di chiaro scuro di mano d'Andrea del Sarto, e bellissime. Et in somma

               questa opera del Sansovino fu tale, che veggendola papa Leone disse
               che era un peccato che così fatta non fusse la vera facciata di quel
               tempio, che fu cominciata da Arnolfo tedesco.

               Fece  il  medesimo  Sansovino  nel  detto  apparato  per  la  venuta  di
               Leone X, oltre la detta facciata, un cavallo di tondo rilievo, tutto di
               terra e cimatura, sopra un basamento murato, in atto di saltare e con

               una figura sotto di braccia nove. La quale opera fu fatta con tanta
               bravura  e  fierezza,  che  piacque  e  fu  molto  lodata  da  papa  Leone,
               onde esso Sansovino fu da Iacopo Salviati menato a baciare i piedi al
               Papa,  che  gli  fece  molte  carezze.  Partito  il  Papa  di  Firenze  et

               abboccatosi a Bologna con il re Francesco Primo di Francia, si risolvé
               tornarsene a Firenze, onde fu dato ordine al Sansovino che facesse
               un  arco  trionfale  alla  porta  San  Gallo,  onde  egli  non  discordando
               punto  da  se  medesimo,  lo  condusse  simile  all'altre  cose  che  aveva

               fatte, cioè bello a maraviglia, pieno di statue e di quadri di pitture
               ottimamente  lavorati.  Avendo  poi  deliberato  Sua  Santità  che  si
               facesse di marmo la facciata di San Lorenzo, mentre che s'aspettava
               da Roma Raffaello da Urbino et il Buonarruoto, il Sansovino d'ordine

               del Papa fece un disegno di quella, il quale piacendo assai ne fu fatto
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