Page 1865 - Giorgio Vasari
P. 1865

dirottamente, chiamando il Sansovino Pippo et egli non rispondendo,

               lo  vidde  poi  salito  sopra  il  tetto  in  cima  d'un  camino,  ignudo,  che
               faceva l'attitudine del suo Bacco; altre volte pigliando lenzuola o altri
               panni  grandi,  e'  quali  bagnati  se  gli  recava  adosso  all'ignudo  come
               fusse un modello di terra o cenci et acconciava le pieghe, poi salendo

               in  certi  luoghi  strani  et  arrecandosi  in  attitudini  or  d'una  or  d'altra
               maniera, di profeta, d'apostolo, di soldato o d'altro, si faceva ritrarre,
               stando così lo spazio di due ore senza favellare e non altrimenti che

               se fusse stato una statua immobile. Molte altre simili piacevoli pazzie
               fece il povero Pippo, ma sopra tutto mai non si poté dimenticare il
               Bacco  che  avea  fatto  il  Sansovino,  se  non  quando  in  pochi  anni  si
               morì.

               Ma tornando alla statua, condotta che fu a fine fu tenuta la più bella
               opera  che  fusse  mai  fatta  da  maestro  moderno,  atteso  che  'l

               Sansovino  mostrò  in  essa  una  difficultà,  non  più  usata,  nel  fare
               spiccato  intorno  intorno  un  braccio  in  aria  che  tiene  una  tazza  del
               medesimo marmo traforata tra le dita, tanto sottilmente che se ne
               tien  molto  poco,  oltre  che  per  ogni  verso  è  tanto  ben  disposta  et

               accordata  quella  attitudine  e  tanto  ben  proporzionate  e  belle  le
               gambe  e  le  braccia  attaccate  a  quel  torso,  che  pare  nel  vederlo  e
               toccarlo molto più simile alla carne. In tanto che quel nome che gl'ha,
               da chi lo vede se gli conviene, et ancor molto più. Quest'opera dico,

               finita che fu, mentre che visse Giovanni fu visitata in quel cortile di
               Gualfonda da tutti i terrazzani e forestieri, e molto lodata.

               Ma  poi  essendo  Giovanni  morto,  Gherardo  Bartolini  suo  fratello  la
               donò  al  duca  Cosimo,  il  quale  come  cosa  rara  la  tiene  nelle  sue
               stanze  con  altre  bellissime  statue  che  ha  di  marmo.  Fece  al  detto
               Giovanni  un  Crocifisso  di  legno  molto  bello,  che  è  in  casa  loro,  e

               molte  cose  antiche  e  di  man  di  Michelagnolo.  Avendosi  poi  l'anno
               1514 a fare un ricchissimo apparato in Fiorenza per la venuta di papa
               Leone X, fu dato ordine dalla Signoria e da Giuliano de' Medici che si
               facessero  molti  archi  trionfali  di  legno  in  diversi  luoghi  della  città.

               Onde  il  Sansovino  non  solo  fece  i  disegni  di  molti,  ma  tolse  in
               compagnia di Andrea del Sarto a fare egli stesso la facciata di Santa
               Maria  del  Fiore,  tutta  di  legno,  con  statue  e  con  istorie  et  ordine
   1860   1861   1862   1863   1864   1865   1866   1867   1868   1869   1870