Page 1855 - Giorgio Vasari
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Vessalio. Ma quegli che più di tutti ha imitato Tiziano è stato Paris
Bondone, il quale nato in Trevisi di padre trivisano e madre viniziana,
fu condotto d'otto anni a Vinezia in casa alcuni suoi parenti. Dove,
imparato che ebbe gramatica e fattosi eccellentissimo musico, andò a
stare con Tiziano, ma non vi consumò molti anni, perciò che vedendo
quell'uomo non essere molto vago d'insegnare a' suoi giovani, anco
pregato da loro sommamente et invitato con la pacienza a portarsi
bene, si risolvé a partirsi, dolendosi infinitamente che di quei giorni
fusse morto Giorgione, la cui maniera gli piaceva sommamente, ma
molto più l'aver fama di bene e volentieri insegnare con amore quello
che sapeva. Ma poi che altro fare non si poteva, si mise Paris in
animo di volere per ogni modo seguitare la maniera di Giorgione. E
così, datosi a lavorare et a contrafare dell'opere di colui, si fece tale,
che venne in bonissimo credito, onde nella sua età di diciotto anni gli
fu allogata una tavola da farsi per la chiesa di San Niccolò de' frati
minori; il che avendo inteso Tiziano, fece tanto con mezzi e con
favori, che gliele tolse di mano, o per impedirgli che non potesse così
tosto mostrare la sua virtù, o pure tirato dal disiderio di guadagnare.
Dopo essendo Paris chiamato a Vicenza a fare una storia a fresco
nella loggia di piazza ove si tien ragione, et a canto a quella che
aveva già fatta Tiziano del giudizio di Salamone, andò ben volentieri
e vi fece una storia di Noè con i figliuoli, che fu tenuta per diligenza e
disegno opera ragionevole e non men bella che quella di Tiziano, in
tanto che sono tenute amendue, da chi non sa il vero, d'una mano
medesima. Tornato Paris a Vinezia, fece a fresco alcuni ignudi a' piè
del ponte di Rialto, per lo qual saggio gli furono fatte fare alcune
facciate di case per Vinezia. Chiamato poi a Trevisi, vi fece
similmente alcune facciate et altri lavori, et in particolare molti ritratti
che piacquero assai: quello del magnifico Messer Alberto Unigo,
quello di Messer Marco Seravalle, di Messer Francesco da Quer e del
canonico Rovere e monsignor Alberti. Nel Duomo della detta città
fece in una tavola nel mezzo della chiesa ad istanza del signor vicario
la Natività di Gesù Cristo, et appresso una Ressurezione. In San
Francesco fece un'altra tavola al cavaliere Rovere, un'altra in San
Girolamo et una in Ogni Santi con variate teste di Santi e Sante, e