Page 1851 - Giorgio Vasari
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Alla reina di Portogallo in un quadro fece un Cristo poco minore del
vivo, battuto da' giudei alla colonna, che è bellissimo. In Ancona,
all'altare maggiore di San Domenico fece nella tavola Cristo in croce,
et a' piedi la Nostra Donna, San Giovanni e San Domenico bellissimi e
di quell'ultima maniera fatta di macchie, come si disse pure ora. È di
mano del medesimo nella chiesa de' Crucicchieri in Vinezia la tavola,
che è all'altare di San Lorenzo, dentro al quale è il martirio di quel
Santo, con un casamento pieno di figure, e San Lorenzo a giacere in
iscorto, mezzo sopra la grata, sotto un gran fuoco, et intorno alcuni
che l'accendono. E perché ha finto una notte, hanno due serventi in
mano due lumiere, che fanno lume dove non arriva il riverbero del
fuoco che è sotto la grata, che è spesso e molto vivace; et oltre ciò
ha finto un lampo, che venendo di cielo e fendendo le nuvole, vince il
lume del fuoco e quello delle lumiere, stando sopra al Santo et
all'altre figure principali; et oltre ai detti tre lumi, le genti che ha finto
di lontano alle finestre del casamento hanno il lume da lucerne e
candele che loro sono vicine, et insomma il tutto è fatto con bell'arte,
ingegno e giudizio. Nella chiesa di San Sebastiano all'altare di San
Niccolò è di mano dello stesso Tiziano in una tavoletta un San Niccolò
che par vivo, a sedere in una sedia finta di pietra, con un Angelo che
gli tiene la mitria, la quale opera gli fece fare Messer Niccolò Crasso
avocato. Dopo fece Tiziano per mandare al Re cattolico una figura da
mezza coscia in su d'una Santa Maria Madalena scapigliata, cioè con i
capelli che le cascano sopra le spalle, intorno alla gola e sopra il
petto, mentre ella alzando la testa con gl'occhi fissi al cielo mostra
compunzione nel rossore degl'occhi, e nelle lacrime dogliezza de'
peccati; onde muove questa pittura chiunche la guarda
estremamente, e, che è più, ancor che sia bellissima non muove a
lascivia, ma a comiserazione. Questa pittura, finita che fu, piacque
tanto a [Badoer] Silvio gentiluomo viniziano, che donò a Tiziano per
averla cento scudi, come quelli che si diletta sommamente della
pittura; là dove Tiziano fu forzato farne un'altra, che non fu men
bella, per mandarla al detto Re catolico.
Si veggiono anco ritratti di naturale da Tiziano un cittadino viniziano
suo amicissimo chiamato il Sinistri, et un altro nominato Messer Paulo