Page 1850 - Giorgio Vasari
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corso della sua vita. E perché è cosa rarissima, si aspetta che tosto
debba uscire fuori stampata. Fece il medesimo un Prometeo alla reina
Maria, il quale sta legato al monte Caucaso et è lacerato dall'aquila di
Giove, et un Sisifo all'inferno, che porta un sasso, e Tizio stracciato
dall'avoltoio. E queste tutte dal Prometeo infuori ebbe sua maestà, e
con esse un Tantalo della medesima grandezza, cioè quanto il vivo, in
tela et a olio. Fece anco una Venere et Adone, che sono maravigliosi,
essendo ella venutasi meno et il giovane in atto di volere partire da
lei, con alcuni cani intorno molto naturali. In una tavola della
medesima grandezza fece Andromeda legata al sasso e Perseo che la
libera dall'orca marina, che non può essere altra pittura più vaga di
questa, come è anco un'altra Diana, che standosi in un fonte con le
sue ninfe, converte Atteon in cervio. Dipinse parimente un'Europa,
che sopra il toro passa il mare. Le quali pitture sono appresso al Re
catolico tenute molto care, per la vivacità che ha dato Tiziano alle
figure con i colori in farle quasi vive e naturali. Ma è ben vero che il
modo di fare che tenne in queste ultime è assai diferente dal fare suo
da giovane. Conciò sia che le prime son condotte con una certa
finezza e diligenza incredibile e da essere vedute da presso e da
lontano, e queste ultime, condotte di colpi, tirate via di grosso e con
macchie, di maniera che da presso non si possono vedere e di
lontano appariscono perfette; e questo modo è stato cagione che
molti, volendo in ciò immitare e mostrare di fare il pratico, hanno
fatto di goffe pitture, e ciò adiviene perché se bene a molti pare che
elle siano fatte senza fatica, non è così il vero e s'ingannano, perché
si conosce che sono rifatte e che si è ritornato loro addosso con i
colori tante volte, che la fatica vi si vede. E questo modo sì fatto è
giudizioso, bello e stupendo, perché fa parere vive le pitture e fatte
con grande arte, nascondendo le fatiche. Fece ultimamente Tiziano in
un quadro alto braccia tre e largo quattro, Gesù Cristo fanciullo in
grembo alla Nostra Donna et adorato da' Magi, con buon numero di
figure d'un braccio l'una, che è opera molto vaga, sì come è ancora
un altro quadro, che egli stesso ricavò da questo e diede al cardinale
di Ferrara il vecchio. Un'altra tavola, nella quale fece Cristo schernito
da' giudei, che è bellissima, fu posta in Milano nella chiesa di Santa
Maria delle Grazie a una cappella.