Page 1846 - Giorgio Vasari
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Sono nella guardaroba del medesimo Duca di mano di Tiziano due
               teste di femmina molto vaghe, et una Venere giovanetta a giacere
               con fiori e certi panni sottili attorno molto belli e ben finiti, et oltre ciò
               una testa dal mezzo in su d'una Santa Maria Maddalena con i capegli
               sparsi, che è cosa rara. Vi è parimente il ritratto di Carlo Quinto, del

               re Francesco quando era giovane, del duca Guidobaldo Secondo, di
               papa  Sisto  Quarto,  di  papa  Giulio  Secondo,  di  Paulo  Terzo,  del
               cardinal vecchio di Loreno e di Solimano imperatore de' Turchi, i quali

               ritratti  dico  sono  di  mano  di  Tiziano,  e  bellissimi.  Nella  medesima
               guardaroba,  oltre  a  molte  altre  cose  è  un  ritratto  d'Aniballe
               cartaginese,  intagliato  nel  cavo  d'una  corniuola  antica,  e  così  una
               testa di marmo bellissima di mano di Donato.

               Fece Tiziano l'anno 1541 ai frati di Santo Spirito di Vinezia la tavola
               dell'altare maggiore, figurando in essa la venuta dello Spirito Santo

               sopra gl'Apostoli, con uno Dio finto di fuoco e lo Spirito in colomba. La
               qual  tavola  essendosi  guasta  indi  a  non  molto  tempo,  dopo  avere
               molto  piatito  con  que'  frati,  l'ebbe  a  rifare,  ed  è  quella  che  è  al
               presente sopra l'altare. In Brescia fece nella chiesa di San Nazzaro la

               tavola  dell'altare  maggiore  di  cinque  quadri;  in  quello  del  mezzo  è
               Gesù Cristo che risuscita, con alcuni soldati attorno, e dagli lati San
               Nazzaro, San Bastiano, l'angelo Gabriello e la Vergine annunziata. Nel
               Duomo di Verona, fece nella facciata da piè in una tavola, un'Assunta

               di Nostra Donna in cielo e gl'Apostoli in terra, che è tenuta in quella
               città  delle  cose  moderne  la  migliore.  L'anno  1541  fece  il  ritratto  di
               don  Diego  di  Mendozza,  allora  ambasciadore  di  Carlo  Quinto  a
               Vinezia, tutto intero et in piedi, che fu bellissima figura, e da questa

               cominciò  Tiziano  quello  che  è  poi  venuto  in  uso,  cioè  fare  alcuni
               ritratti interi. Nel medesimo modo fece quello del cardinale di Trento
               allora  giovane,  et  a  Francesco  Marcolini  ritrasse  Messer  Pietro
               Aretino,  ma  non  fu  già  questi  sì  bello  come  uno,  pure  di  mano  di

               Tiziano,  che  esso  Aretino  di  se  stesso  mandò  a  donare  al  duca
               Cosimo de' Medici, al quale mandò anco la testa del signor Giovanni
               de' Medici, padre di detto signor Duca. La qual testa fu ritratta da una
               forma, che fu improntata in sul viso di quel signore quando morì in

               Mantoa,  che  era  appresso  l'Aretino.  I  quali  ambidue  ritratti  sono  in
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