Page 1844 - Giorgio Vasari
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Chiaradadda, nella quale fece una battaglia e furia di soldati, che
combattono mentre una terribile pioggia cade dal cielo; la quale
opera, tolta tutta dal vivo, è tenuta la migliore di quante storie sono
in questa sala, e la più bella. Nel medesimo palazzo a' piè d'una scala
dipinse a fresco una Madonna.
Avendo non molto dopo fatto, a un gentiluomo da Ca' Contarini, in un
quadro un bellissimo Cristo che siede a tavola con Cleofas e Luca,
parve al gentiluomo che quella fusse opera degna di stare in publico,
come è veramente, per che fattone, come amorevolissimo della
patria e del publico, dono alla Signoria, fu tenuto molto tempo nelle
stanze del doge, ma oggi è in luogo publico e da potere essere
veduta da ognuno nella salotta d'oro, dinanzi alla sala del Consiglio
de' Dieci sopra la porta. Fece ancora quasi ne' medesimi tempi, per la
scuola di Santa Maria della Carità, la Nostra Donna che saglie i gradi
del tempio, con teste d'ogni sorte ritratte dal naturale; parimente
nella scuola di San Fantino, in una tavoletta un San Girolamo in
penitenza, che era dagl'artefici molto lodata, ma fu consumata dal
fuoco, due anni sono, con tutta quella chiesa. Dicesi che l'anno 1530,
essendo Carlo Quinto imperatore in Bologna, fu dal cardinale Ipolito
de' Medici, Tiziano, per mezzo di Pietro Aretino, chiamato là, dove
fece un bellissimo ritratto di sua maestà tutto armato che tanto
piacque, che gli fece donare mille scudi, de' quali bisognò che poi
desse la metà ad Alfonso Lombardi scultore, che avea fatto un
modello, per farlo di marmo, come si disse nella sua vita.
Tornato Tiziano a Vinezia, trovò che molti gentiluomini, i quali
avevano tolto a favorire il Pordenone, lodando molto l'opere da lui
state fatte nel palco della sala de' Pregai et altrove, gli avevano fatto
allogare nella chiesa di San Giovanni elemosinario una tavoletta acciò
che egli la facesse a concorrenza di Tiziano, il quale nel medesimo
luogo aveva poco innanzi dipinto il detto San Giovanni elemosinario
in abito di vescovo. Ma per diligenza che in detta tavola ponesse il
Pordenone, non poté paragonare, né giugnere a gran pezzo all'opera
di Tiziano, il quale poi fece per la chiesa di Santa Maria degl'Angeli a
Murano una bellissima tavola d'una Nunziata. Ma non volendo quelli
che l'avea fatta fare spendervi cinquecento scudi, come ne voleva