Page 1843 - Giorgio Vasari
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Roma, Raffaello da Urbino et altri, andò tanto menando Tiziano la
cosa d'oggi in domani, che morto Leone e Raffaello l'anno 1520, non
v'andò altrimenti. Fece per la chiesa di Santa Maria Maggiore in un
quadro un San Giovanni Batista nel deserto fra certi sassi, un Angelo
che par vivo et un pezzetto di paese lontano, con alcuni alberi sopra
la riva d'un fiume molto graziosi. Ritrasse di naturale il principe
Grimani et il Loredano, che furono tenuti mirabili, e non molto dopo il
re Francesco, quando partì d'Italia per tornare in Francia, e l'anno che
fu creato doge Andrea Gritti fece Tiziano il suo ritratto, che fu cosa
rarissima, in un quadro dove è la Nostra Donna, San Marco e Santo
Andrea col volto del detto doge, il qual quadro, che è cosa
maravigliosissima, è nella sala del collegio. E perché aveva, come s'è
detto, obligo di ciò fare, ha ritratto oltre i sopra detti gl'altri dogi, che
sono stati secondo i tempi: Pietro Lando, Francesco Donato,
Marcantonio Trevisano et il Veniero, ma dai due dogi e fratelli Pauli è
stato finalmente assoluto, come vecchissimo, da cotale obligo.
Essendo innanzi al Sacco di Roma andato a stare a Vinezia Pietro
Aretino, poeta celeberrimo de' tempi nostri, divenne amicissimo di
Tiziano e del Sansovino, il che fu di molto onore et utile a esso
Tiziano, perciò che lo fece conoscere tanto lontano quanto si distese
la sua penna e massimamente a prìncipi d'importanza, come si dirà a
suo luogo. Intanto, per tornare all'opere di Tiziano, egli fece la tavola
all'altare di San Piero martire, nella chiesa di San Giovanni e Polo,
facendovi maggior del vivo il detto Santo martire dentro a una
boscaglia d'alberi grandissimi, cascato in terra et assalito dalla
fierezza d'un soldato, che l'ha in modo ferito nella testa, che essendo
semivivo se gli vede nel viso l'orrore della morte: mentre in un altro
frate, che va innanzi fuggendo, si scorge lo spavento e timore della
morte; in aria sono due Angeli nudi, che vengono da un lampo di
cielo, il quale dà lume al paese, che è bellissimo, et a tutta l'opera
insieme; la quale è la più compiuta, la più celebrata e la maggiore e
meglio intesa e condotta, che altra la quale in tutta la sua vita
Tiziano abbia fatto ancor mai. Quest'opera vedendo il Gritti, che a
Tiziano fu sempre amicissimo, come anco al Sansovino, gli fece
allogare nella sala del Gran Consiglio una storia grande della rotta di