Page 1828 - Giorgio Vasari
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una nuova Roma. Ma non tacerò che ebbe il Primaticcio, in far le
dette statue, maestri tanto eccellenti nelle cose del getto, che
quell'opere vennero, non pure sottili, ma con una pelle così gentile,
che non bisognò quasi rinettarle. Ciò fatto, fu commesso al
Primaticcio che desse fine alla galleria che il Rosso aveva lasciata
imperfetta, onde messovi mano, la diede in poco tempo finita con
tanti stucchi e pitture, quante in altro luogo siano state fatte già mai;
per che trovandosi il Re ben servito nello spazio di otto anni, che
aveva per lui lavorato costui, lo fece mettere nel numero de' suoi
camerieri e poco appresso, che fu l'anno 1544, lo fece, parendogli che
Francesco il meritasse, abate di San Martino. Ma con tutto ciò non ha
mai restato Francesco di fare lavorare molte cose di stucco e di
pitture in servigio del suo Re e degl'altri, che dopo Francesco Primo
hanno governato quel regno. E fra gl'altri che in ciò l'hanno aiutato,
l'ha servito, oltre molti de' suoi bolognesi, Giovambatista figliuolo di
Bartolomeo Bagnacavallo, il quale non è stato manco valente del
padre in molti lavori e storie, che ha messo in opera del Primaticcio.
Parimente l'ha servito assai tempo un Ruggieri da Bologna, che
ancora sta con esso lui; similmente Prospero Fontana, pittore
bolognese, fu chiamato in Francia non ha molto dal Primaticcio, che
disegnava servirsene; ma essendovi subito che fu giunto amalato con
pericolo della vita, se ne tornò a Bologna. E per vero dire questi due,
cioè il Bagnacavallo et il Fontana, sono valent'uomini, et io che
dell'uno e dell'altro mi sono assai servito - cioè del primo a Roma e
del secondo a Rimini et a Fiorenza - lo posso con verità affermare.
Ma fra tutti coloro che hanno aiutato l'abate Primaticcio, niuno gli ha
fatto più onore di Niccolò da Modena, di cui si è altra volta ragionato,
perciò che costui con l'eccellenza della sua virtù ha tutti gl'altri
superato, avendo condotto di sua mano, con i disegni dell'abate, una
sala, detta del ballo, con tanto gran numero di figure, che appena
pare che si possano numerare, e tutte grandi quanto il vivo e colorite
d'una maniera chiara, che paiano con l'unione de' colori a fresco,
lavorate a olio. Dopo quest'opera ha dipinto nella gran galleria, pur
con i disegni dell'abate, sessanta storie della vita e fatti d'Ulisse, ma
di colorito molto più scuro che non son quelle della sala del ballo. E