Page 1831 - Giorgio Vasari
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Quando  mandò  a  chiamare,  come  s'è  detto,  Prospero  Fontana,  gli

               mandò,  perché  potesse  condursi  in  Francia,  una  buona  somma  di
               danari,  la  quale,  essendosi  infermato,  non  poté  Prospero  con  sue
               opere e lavori scontare né rendere, per che passando io l'anno 1563
               per Bologna, gli raccomandai, per questo conto, Prospero, e fu tanta

               la cortesia del Primaticcio, che avanti io partissi di Bologna vidi uno
               scritto  dell'abate,  nel  quale  donava  liberamente  a  Prospero  tutta
               quella somma di danari, che per ciò avesse in mano; per le quali cose

               è  tanta  la  benevolenza  ch'egli  si  ha  acquistata  appresso  gl'artefici,
               che lo chiamano et onorano come padre. E per dire ancora alcun'altra
               cosa  di  esso  Prospero,  non  tacerò  che  fu  già  con  sua  molte  lode
               adoperato in Roma da papa Giulio Terzo in palazzo, alla vigna Giulia
               et  al  palazzo  di  Campo  Marzio,  che  allora  era  del  signor  Balduino

               Monti et oggi è del signor Ernando cardinale de' Medici e figliuolo del
               duca Cosimo. In Bologna ha fatto il medesimo molte opere a olio et a
               fresco, e particolarmente nella Madonna del Baracane, in una tavola

               a olio, una Santa Caterina, che alla presenza del tiranno disputa con
               filosofi  e  dottori,  che  è  tenuta  molto  bell'opera;  et  ha  dipinto  il
               medesimo  nel  palazzo,  dove  sta  il  governatore,  nella  cappella
               principale molte pitture a fresco. È anco molto amico del Primaticcio
               Lorenzo  Sabatini  pittore  eccellente,  e  se  non  fusse  stato  carico  di

               moglie  e  molti  figliuoli,  l'arebbe  l'abate  condotto  in  Francia,
               conoscendo che ha bonissima maniera e gran pratica in tutte le cose,
               come si vede in molte opere che ha fatto in Bologna; e l'anno 1566

               se ne servì il Vasari nell'apparato che si fece in Fiorenza per le dette
               nozze  del  principe  e  della  serenissima  reina  Giovanna  d'Austria,
               facendogli fare nel ricetto, che è fra la sala dei dugento e la grande,
               sei figure a fresco, che sono molto belle e degne veramente di essere
               lodate. Ma perché questo valente pittore va tuttavia acquistando, non

               dirò  di  lui  altro,  se  non  che  se  ne  spera,  attendendo  come  fa  agli
               studii dell'arte, onoratissima riuscita.

               Ora con l'occasione dell'abate e degl'altri bolognesi, de' quali si è in
               fin  qui  fatto  menzione,  dirò  alcuna  cosa  di  Pellegrino  bolognese,
               pittore di somma aspettazione e di bellissimo ingegno. Costui dopo

               avere ne' suoi primi anni atteso a disegnare l'opere del Vasari, che
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