Page 1833 - Giorgio Vasari
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Cristo  al  tempio  nelle  braccia  di  Simeone,  e  nel  mezzo  è
               massimamente  il  Salvatore  trasfigurato  in  sul  monte  Tabor,  e  con
               esso  Moisè,  Elia  et  i  discepoli;  e  nella  tavola  che  è  sopra  l'altare,
               dipinse San Giovanni Batista che battezza Cristo, et in questa ritrasse
               ginocchioni il detto Cardinale. Nelle facciate dagli lati dipinse in una

               S.  Giovanni  che  predica  alle  turbe  e  nell'altra  la  decollazione  del
               medesimo, e nel Paradiso sotto la chiesa dipinse storie del giudicio et
               alcune figure di chiaro scuro, dove oggi confessano i Teatini.

               Essendo non molto dopo condotto da Giorgio Morato in Ancona, gli
               fece per la chiesa di Santo Agostino, in una gran tavola a olio, Cristo

               battezzato  da  S.  Giovanni,  e  da  un  lato  S.  Paulo  con  altri  Santi,  e
               nella  predella  buon  numero  di  figure  piccole,  che  sono  molto
               graziose.  Al  medesimo  fece  nella  chiesa  di  S.  Ciriaco  sul  monte  un
               bellissimo  adornamento  di  stucco  alla  tavola  dell'altar  maggiore  e

               dentro un Cristo tutto tondo di rilievo di braccia cinque, che fu molto
               lodato;  parimente  ha  fatto  nella  medesima  città  un  ornamento  di
               stucco grandissimo e bellissimo all'altare maggiore di S. Domenico, et
               arebbe  anco  fatto  la  tavola,  ma  perché  venne  in  diferenza  col

               padrone di quell'opera, ella fu data a fare a Tiziano Vecello, come si
               dirà a suo luogo. Ultimamente avendo preso a fare Pellegrino nella
               medesima città d'Ancona la loggia de' mercanti, che è volta da una
               parte sopra la marina e dall'altra verso la principale strada della città,

               ha adornato la volta, che è fabbrica nuova, con molte figure grandi di
               stucco e pitture. Nella quale opera perché ha posto Pellegrino ogni
               sua  maggior  fatica  e  studio,  ell'è  riuscita  in  vero  molto  bella  e
               graziosa, perciò che oltre che sono tutte le figure belle e ben fatte, vi

               sono alcuni scorti d'ignudi bellissimi, nei quali si vede che ha imitato
               l'opere del Buonarruoto, che sono nella cappella di Roma, con molta
               diligenza. E perché non sono in quelle parti architetti, né ingegni di
               conto  e  che  più  sappiano  di  lui,  ha  preso  Pellegrino  assunto  di

               attendere  all'architettura  et  alla  fortificazione  de'  luoghi  di  quella
               provincia;  e  come  quelli  che  ha  conosciuto  la  pittura  più  dificile  e
               forse  manco  utile  che  l'architettura,  lasciato  alquanto  da  un  lato  il
               dipignere, ha condotto per la fortificazione d'Ancona molte cose, e per

               molti  altri  luoghi  dello  stato  della  Chiesa,  e  massimamente  a
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