Page 1827 - Giorgio Vasari
P. 1827
palazzo s'affaticarono, fu tenuto Francesco de' migliori e quelli che
meglio disegnasse e colorisse di tutti, come si può vedere in un
camerone grande, nel quale fece intorno due fregiature di stucco una
sopra l'altra, con una grande abondanza di figure, che rappresentano
la milizia antica de' Romani. Parimente nel medesimo palazzo
condusse molte cose che vi si veggiono di pittura, con i disegni di
Giulio sopra detto, per le quali cose venne il Primaticcio in tanta
grazia di quel Duca, che avendo il re Francesco di Francia inteso con
quanti ornamenti avesse fatto condurre l'opera di quel palazzo, e
scrittogli che per ogni modo gli mandasse un giovane il quale sapesse
lavorare di pitture e di stucco, gli mandò esso Francesco Primaticcio
l'anno 1531. Et ancor che fusse andato l'anno innanzi al servigio del
medesimo Re il Rosso pittore fiorentino, come si è detto, e vi avesse
lavorato molte cose e particolarmente quadri del Bacco e Venere, di
Psiche e Cupido, nondimeno i primi stucchi che si facessero in Francia
et i primi lavori a fresco di qualche conto ebbero, si dice, principio dal
Primaticcio, che lavorò di questa maniera molte camere, sale e logge
al detto re; al quale piacendo la maniera et il procedere in tutte le
cose di questo pittore, lo mandò l'anno 1540 a Roma a procacciare
d'avere alcuni marmi antichi, nel che lo servì con tanta diligenza il
Primaticcio, che fra teste, torsi e figure ne comperò in poco tempo
centoventicinque pezzi. Et in quel medesimo tempo fece formare da
Iacopo Barozzi da Vignuola et altri il cavallo di bronzo che è in
Campidoglio; una gran parte delle storie della colonna; la statua del
Commodo, la Venere, il Laoconte, il Tevere, il Nilo e la statua di
Cleopatra, che sono in Belvedere, per gettarle tutte di bronzo.
Intanto essendo in Francia morto il Rosso, e per ciò rimasa imperfetta
una lunga galleria, stata cominciata con suoi disegni et in gran parte
ornata di stucchi e di pitture, fu richiamato da Roma il Primaticcio;
per che imbarcatosi con i detti marmi e cavi di figure antiche, se ne
tornò in Francia, dove innanzi ad ogni altra cosa gettò, secondo che
erano in detti cavi e forme, una gran parte di quelle figure antiche; le
quali vennono tanto bene, che paiano le stesse antiche, come si può
vedere là dove furono poste nel giardino della Reina a Fontanableò,
con grandissima sodisfazione di quel Re, che fece in detto luogo quasi