Page 1820 - Giorgio Vasari
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altri  a  visitarlo  e  fargli  offerte  grandissime;  nella  quale  cosa
               esprimere mostrò il detto pittore, con suo molto onore, gran giudizio
               e molto sapere, così in tutto il componimento, come in ciascuna parte
               di  esso,  perché  si  vedevano  nell'attitudini  e  vivacità  de'  volti  e  ne'
               movimenti di ciascuna figura invenzione, disegno e bonissima grazia.

               Ora tornando all'altare maggiore e volgendo verso la sagrestia nuova,

               nel primo quadro che si truovava, il quale veniva a essere nel vano
               della prima cappella, era di mano di Santi Tidi, giovane di bellissimo
               giudizio  e  molto  esercitato  nella  pittura  in  Firenze  et  in  Roma,  un
               altro  segnalato  favore  stato  fatto  alla  virtù  di  Michelagnolo,  come

               credo  aver  detto  di  sopra,  dall'illustrissimo  signor  don  Francesco
               Medici, principe di Firenze, il quale trovandosi in Roma circa tre anni
               avanti  che  Michelagnolo  morisse,  et  essendo  da  lui  visitato,  subito
               che entrò esso Buonarruoto si levò il principe in piede, et appresso

               per onorare un tant'uomo e quella veramente reverenda vecchiezza,
               colla  maggior  cortesia  che  mai  facesse  giovane  principe  volle
               (comeché  Michelagnolo,  il  quale  era  modestissimo,  recusasse)  che
               sedesse  nella  sua  propria  sedia,  onde  s'era  egli  stesso  levato,  e

               stando  poi  in  piedi  udirlo  con  quella  attenzione  e  reverenza  che
               sogliono i figliuoli un ottimo padre. A' piè del principe era un putto,
               condotto  con  molta  diligenza,  il  quale  aveva  un  mazzocchio  o  vero
               berretta ducale in mano, e d'intorno a loro erano alcuni soldati vestiti

               all'antica, e fatti con molta prontezza e bella maniera. Ma sopra tutte
               l'altre  erano  benissimo  fatti  e  molto  vivi  e  pronti  il  Principe  e
               Michelagnolo, in tanto che parea veramente che il vecchio proferisse
               le  parole  et  il  giovane  attentissimamente  l'ascoltasse.  In  un  altro

               quadro alto braccia 9 e lungo 12, il quale era dirimpetto alla cappella
               del Sacramento, Bernardo Timante Buontalenti, pittore molto amato
               e favorito dall'illustrissimo Principe, aveva con bellissima invenzione
               figurati i fiumi delle tre principali parti del mondo, come venuti tutti

               mesti e dolenti a dolersi con Arno del comune danno e consolarlo. I
               detti fiumi erano il Nilo, il Gange et il Po. Aveva per contrasegno il
               Nilo un coccodrillo e per la fertilità del paese una ghirlanda di spighe;
               il Gange l'uccel grifone et una ghirlanda di gemme, et il Po un cigno

               et  una  corona  d'ambre  nere.  Questi  fiumi  guidati  in  Toscana  dalla
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