Page 1816 - Giorgio Vasari
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lode  fece  anco,  come  si  è  detto,  il  Tevere,  uno  de'  due  fiumi  che
               erano  dalla  parte  dinanzi  del  catafalco.  Nel  secondo  quadro,
               seguitando d'andare a man ritta verso la porta del fianco che va fuori,
               per la pittura si vedeva Michelagnolo dipignere quel tanto, ma non
               mai  a  bastanza  lodato  Giudizio,  quello  dico  che  è  l'esempio  degli

               scorci  e  di  tutte  l'altre  difficultà  dell'arte.  Questo  quadro,  il  quale
               lavorarono i giovani di Michele di Ridolfo con molta grazia e diligenza,
               aveva la sua imagine e statua della Pittura similmente a man manca,

               cioè in sul canto che guarda la sagrestia nuova, fatta da Batista del
               Cavaliere, giovane non meno eccellente nella scultura, che per bontà,
               modestia e costumi rarissimo. Nel terzo quadro, volto verso l'altare
               maggiore, cioè in quello che era sopra il già detto epitaffio, per la
               scultura  si  vedeva  Michelagnolo  ragionare  con  una  donna,  la  quale

               per  molti  segni  si  conosceva  essere  la  Scultura,  e  parea  che  si
               consigliasse con esso lei. Aveva Michelagnolo intorno alcune di quelle
               opere che eccellentissime ha fatto nella scultura, e la donna in una

               tavoletta  queste  parole  di  Boezio:  "Simili  sub  imagine  formans":
               allato  al  qual  quadro,  che  fu  opera  d'Andrea  del  Minga  e  da  lui
               lavorato con bella invenzione e maniera, era in sulla man manca la
               statua  di  essa  Scultura,  stata  molto  ben  fatta  da  Antonio  di  Gino
               Lorenzi scultore. Nella quarta di queste quattro storie, che era volta

               verso l'organo, si vedeva per la poesia Michelagnolo tutto intento a
               scrivere alcuna composizione, et intorno a lui, con bellissima grazia e
               con abiti divisati, secondo che dai poeti sono descritte, le nove Muse

               et  innanzi  a  esse  Appollo  con  la  lira  in  mano  e  con  la  sua  corona
               d'alloro in capo, e con un'altra corona in mano, la quale mostrava di
               volere porre in capo a Michelagnolo. Al vago e bello componimento di
               questa storia, stata dipinta con bellissima maniera e con attitudini e
               vivacità prontissime da Giovanmaria Butteri, era vicina e sulla man

               manca la statua della Poesia opera di Domenico Poggini, uomo non
               solo  nella  scultura  e  nel  fare  impronte  di  monete  e  medaglie
               bellissime,  ma  ancora  nel  fare  di  bronzo  e  nella  poesia  parimente

               molto esercitato.
               Così  fatto,  dunque,  era  l'ornamento  del  catafalco,  il  quale,  perché

               andava  digradando  ne'  suoi  piani  tanto  che  vi  si  poteva  andare
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